Giovanni Battista Pittoni nacque a Venezia nel 1687. Allievo dello zio Francesco, si formò a contatto con la grande tradizione decorativa veneziana, che integrò forse guardando alla scuola napoletana, sopratutto al Solimena.
Le prime opere note (Martirio di san Tommaso, 1720, Venezia, San Stae) rivelano, nel chiaroscuro l'influenza del Piazzetta: si tratta tuttavia di un'influeza momentanea, dal momento che fu il Ricci il vero ispiratore del pittore, che adottò una pennellata nervosa e scattante e una tavolozza chiara pienamente consone al coevo gusto rococò. Fu in questo modo che Pittoni giunse alle sue opere migliori, tele sacre e profane interpretate con un gusto scenografico e realizzate con una pennellata luminosa (Annibale giura odio ai Romani, Milano, Brera; Sacrificio di Jefte, Genova, Galleria di Palazzo Reale; Salomone e la regina di Saba, Liverpool, Walker Art Gallery).
Diana e Atteone, Vicenza, Museo civico
Intorno alla metà del Settecento la vena del pittore sembrò esaurirsi (Diana e Atteone, Vicenza, Museo Civico), anche per l'impegno di direttore dell'Accademia veneziana (dal 1758). E non valse a risollevare il tono delle sue opere neppure l'influenza del Tiepolo, evidente nel soffitto di Ca' Pesaro.