Bresciano, dal 1578 è alla corte del cardinale Luigi d'Este come virtuoso del liuto e cantore. Con la pubblicazione del primo madrigale intorno al 1584 si diffonde la sua fama di compositore, che lo porta a Roma al servizio del cardinale Aldobrandini prima e della famiglia Orsini poi.
Marenzio compose 10 libri di madrigali, di cui uno interamente dedicato a quelli a tema spirituale, dimostrando una grande varietà stilistica e un uso sapiente e modernissimo della struttura polifonica, soprattutto attraverso l'uso di pionireistici madrigalismi che si stavano allora affermando tramite l'opera di Monteverdi, Gesualdo ed altri.
E' evidente anche l'influsso della Camerata fiorentina dè Bardi, soprattutto nel tono talvolta declamatorio che acquista la musica al fine di sottolineare il testo e di evocarne i contenuti emotivi.
La modernità di Marenzio si evidenzia anche nell'aver musicato, secondo le moda del primo '600, testi di poeti “antichi”come Petrarca e Sannazaro ma anche di autori a lui coevi come Tasso e Guarini.
Amatemi, ben mio (madrigale su testo di Torquato Tasso)
Dal primo libro dei Madrigali Spirituali, Quasi vermiglia rosa a 5 voci