D’Ors afferma come “la determinazione artistica, quasi esclusivamente architettonica, sculturale, pittorica decide della particolarità del Barocchus gothicus.” Avverte poi però che nel gotico occorre separare gli elementi classici e razionali da quelli più propriamente gotici, come il “gotico fiorito”, portando come esempio quello che egli denomina “orificense” e altro non è che il “plateresco” spagnolo, di cui parleremo in un capitolo ad hoc.
Venendo al punto, il gotico rappresenta l’ultima grande fase unitaria dell’arte medievale europea. Le sue origini si collocano nella Francia del Nord entro la prima metà del sec. XII, quando i costruttori, coordinando in forma organica elementi già presenti nel romanico, nell’architettura orientale e nelle regioni anglo-normanne, giunsero a soluzioni del tutto originali. La chiesa madre dell’architettura gotica fu l’Abbazia di Saint-Denis (1132-44), subito a nord di Parigi.
Dal sec. XII al XV, con straordinari vitalità, il gotico si estese rapidamente, fino a rinnovare totalmente l’aspetto stilistico dell’arte europea in tutte le sue forme, con una profonda unitarietà e costanza di linguaggio che si specificò in aree nazionali (o anche regionali) e in diverse fasi storiche di sviluppo.
E’ nella storiografia artistica del Rinascimento italiano che compare il termine gotico, applicato all’architettura, per indicare genericamente quanto avvenuto dopo la fine dell’arte antica, con il significato di “barbarico”; questa connotazione negativa, allargata in seguito a designare un’arte arbitraria e bizzarra, fuori delle regole classiche, permase fino alla fine del XVIII, quando ebbe inizio un apprezzamento dell’arte medievale nelle culture inglese e francese. L’Ottocento vide un grande sviluppo degli studi storici sul gotico e l’immenso campo di ricerca fornito dai molteplici aspetti del fenomeno offre ancora spunti alla critica contemporanea.
Da questo lavorìo critico è nata una complessa terminologia per qualificare diversi aspetti stilistici del gotico come per esempio il “gotico fiammeggiante” (o, in Italia, “gotico fiorito”), riferito all’architettura gotica tarda (sec. XV- metà sec. XVI), caratterizzata da un accentuato verticalismo, da effetti dinamici e coloristici e da una esuberante decorazione scultorea. In rapporto col gotico fiammeggiante è il “gotico ornato” inglese (sec. XIV), mentre il tardo gotico in Inghilterra prende il nome di “perpendicolare”.
L’aspetto architettonico è il più vasto dell’arte gotica, che non solo affronta su ampia scala i temi dell’edificio sacro e di quello civile, ma imposta un discorso nuovo sulla dimensione urbana sulla città per una società nuova, di borghesi e mercanti. Il simbolo della civiltà gotica, la cattedrale, esprime lo slancio fideistico della letteratura mistica: è una struttura superbamente organizzata, che sfrutta appieno le possibilità dei singoli elementi che la caratterizzano.
L’impiego dell’arco a sesto acuto permise di sostituire alla pesante volta a crociera romanica la volta a ogiva, agile e scattante, in cui il peso è scaricato dai costoloni, con funzione portante, sui pilastri, eliminando in tal modo il valore della massa muraria a favore dell’apertura di grandi finestre, vere pareti di vetro colorato. Le spinte laterali dei costoloni vengono equilibrate all’esterno dall’impiego dell’arco rampante in funzione di contrafforte, appoggiato a un pilastro verticale libero, coronato da guglia.
La pianta prediletta è la basilicale, a 5 o 3 navate, con o senza transetto, terminante in una vasta zona absidale a cappelle radiali. Adorna all’esterno di una fastosa decorazione scultorea e all’interno di vetrate, statue, pale d’altare, ex voto dedicati da re e principi, borghesi e corporazioni artigiane, la cattedrale era fatta per esprimere visivamente la potenza della Chiesa trionfante, affiancata dal potere terreno.
Quasi in contrapposizione a tanto fasto, le chiese degli ordini conventuali e mendicanti si ponevano come la rappresentazione ideale della povertà evangelica, semplificate nella struttura e nella decorazione, attorniate dagli altri edifici della comunità religiosa: il chiostro, la sala capitolare, la biblioteca.
Notevolissimi furono gli sviluppi dell’architettura civile: la cittadella cinta di mura, con poderose torri, comune dal sec. XI, evolse nella città borghese, centro commerciale, per la quale del sec. XII si elaborò una ricca tipologia di edifici (mercato, logge, ospedali), tra i quali eccelse il palazzo municipale.
Diffusissimi i castelli, che alla funzione difensiva, prevalente in origine, affiancavano quella di dimora del signore.
La cattedrale gotica, con gli ampii portali strombati, le guglie, i pinnacoli, gli sporti, offriva largo campo alla decorazione scultorea: l’iconografia dei cicli si semplificò e chiarì, rispetto al simbolismo romanico, perché la sua funzione era didascalica e si allargò, secondo l’enciclopedismo medievale, non solo ai soggetti della fede, ma a tutti gli aspetti della vita.
La pittura, al contrario, rivestì dapprima un ruolo secondario rispetto all’architettura e alla scultura: scomparsi i cicli ad affresco della tradizione romanica, trionfarono le vetrate ma dopo il sec. XIV l’affresco tornò a prevalere, anche per la grande diffusione della pittura profana.