Il gran teatro del mondo, il tema cruciale del modo di essere nel periodo barocco, perchè ci fu un’architettura teatrale, scene di teatro nelle piazze delle città; ci fu una scultura scenografica di grande effetto e la poetica della meraviglia offre i fondamenti teorici agli effetti teatrali della stessa letteratura.
La metafora del mondo come teatro testimonia l’illusorietà della finzione teatrale che corrisponde a una particolare visione del mondo attraverso la quale il secolo coglieva la dimensione di apparenza e insieme di spettacolarità della realtà.
Le forme teatrali proliferano con lo sviluppo del melodramma, la diffusione della Commedia dell’Arte, la presenza di un teatro edificante voluto dalla Chiesa; si allarga il pubblico e si moltiplicano gli spazi in cui si fa teatro.
Il teatro stesso muta non è più il fondale dipinto e nemmeno la scena praticabile del teatro cinquecentesco, ma un ambiente che si trasforma nel corso della rappresentazione, una macchina teatrale spesso complicata che non serve solo a dare l’ambientazione dello spettacolo ma ne è parte integrante.
La tragedia rimane ancorata alla tradizione del passato perché considerata il genere alto per eccellenza.
L’intonazione della tragedia secentesca è solitamente cupa, misteriosa, ambigua e fa da sfondo a vicende che si sviluppano preferibilmente attraverso antitesi e parallelismi, mentre viene a mancare il grande personaggio tragico.
La vitalità del successo del teatro tuttavia muove anche la tragedia che diventa spettacolo non solo per le corti. Comparvero allora nuovi autori tragici che, a differenza dei letterati, avevano una diretta esperienza di spettacolo e a questa ispiravano la composizione dei testi, col risultato che anche per la tragedia il livello della parola diveniva meno importante a favore dell’immagine, del gesto, della magnificenza scenografica.
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