Anche se viviamo in un’epoca neobarocca non vuol dire che non si registrino tendenze opposte. Abbiamo già detto che barocco e classico convivono in tutte le epoche, prevalendo ora l’uno ora l’altro. Ecco un piccolo glossario di alcune linee di tendenza.
Minimalismo
Semplificare, ridurre, ripulire: è il motto di chi vuole sotterrare per sempre gli anni ’80 sovraccarichi di colori. Al grido di battaglia “less is more” si dà il benvenuto a tutto ciò che è essenziale, ruvido, spoglio, ascetico. Linee semplicissime, materiali corposi, sandali francescani. Solo colori naturali: beige, marrone, bianco, nero. È uno stile intellettuale, molto new age, per persone forti e intraprendenti, apprezzato più a Milano che a Parigi. Prada diventa l’ambasciatore mondiale della tendenza, grazie alle doti creative e manageriali di Miuccia che nel 1999 acquista anche la casa della tedesca Jil Sander, l’altra principale esponente del minimalismo.
L’uomo-femmina
L’uomo ha perso il tradizionale ruolo di capo sia in famiglia che sul lavoro, ha paura della nuova donna sicura di sé e più brava di lui quasi in tutto. Questo è ciò che propagandano i media: in realtà, ben poco è cambiato dalle tradizionali posizioni di potere. Resta comunque il fatto che gli uomini sono più vanitosi, più attenti all’eleganza. Sono sensibili, amano stare con i figli, e soprattutto usano più cosmetici. Stilisti trasgressivi come Gautier li hanno fatti sfilare in gonna e tacchi a spillo, ma non tutti si spingono così lontano: basta evidenziare la bellezza e la grazia naturali che possono risiedere anche nel corpo maschile, valorizzare i punti più sensuali ma senza volgarità, e soprattutto tenere sempre a mente il piacere, il benessere, la gratificazione personale. Il segreto del fascino non sta più nell’ostentazione dei muscoli o nel successo, ma nell’enigmaticità intellettuale, nelle emozioni, nelle atmosfere suggestive fatte rivivere con tecnologie moderne: l’abito non deve essere vistoso o stravagante, ma “particolare”.
Revival
Negli anni ’90 quasi tutti gli stili del ‘900, ma non solo, sono stati rivisitati e usati come fonte di ispirazione. L’individuo ha un ruolo sempre più autonomo in questo processo, disponde di una miriade di proposte, può selezionarle e sommarle a suo piacimento per tentare di creare uno stile unico e individuale. Si sono variamente susseguiti gli zatteroni e le scampanature degli anni ’70, gli abitini e i motivi psichedelici dei ’60, mentre oggi sembra profilarsi un ritorno all’eleganza di fine anni ’40.
Sportivi
Gli indumenti sportivi sono diventati abiti informali da indossare in qualsiasi occasione. I logo di marche come Nike e Adidas sono tra i simboli più noti dell’età contemporanea. Molti stilisti creano la loro linea sportiva o traggono comunque spunto dalla semplicità e praticità dei capi sportivi, nonché dai continui studi sulle proprietà dei materiali.
Nuovi materiali
Da una parte la riscoperta di tessuti come il lino e la canapa, e di tecniche di lavorazione non inquinanti. Dall’altra, nuove fibre ipertecnologiche dalle caratteristiche più incredibili. Non si macchiano, non si bagnano, sono attraversate da fili metallici, sono ricoperte d’alluminio, silicone, gomma, rame antistress, cambiano colore secondo la temperatura…le nuove fibre sono leggere, indistruttibili e abbattono i costi. La ricerca applicata al tessuto è la nuova frontiera dell’abbigliamento. In tempi di rinnovata coscienza ecologica, inoltre, tutto questo può essere riciclato.
Top model e fotografi
I ’90 sono stati il decennio delle top-model. Bellissime, strapagate e stupendamente valorizzate da grandi fotografi, le varie Naomi Campbell, Linda Evangelista, Claudia Schiffer, Cindy Crawford hanno assicurato una visibilità eccezionale alle creazioni degli stilisti che rappresentavano, dando alla moda volti inconfondibili: l’esatto opposto delle prime “ragazze sosia”, simili a manichini affinché tutta l’attenzione si concentrasse sull’abito. Accusate di cannibalizzare gli sguardi, di essere eccessivamente dive e capricciose, le top model sono state talvolta sostituite da ragazze meno belle ma più “particolari” con una caratteristica, inquietante magrezza. Stavolta l’accusa è ben più grave: indurre le ragazze comuni a inseguire modelli impossibili, fino ad arrivare all’anoressia.
L’apporto del fotografo è fondamentale. La foto di moda non è solo pubblicità per l’acquirente, ma è soprattutto una particolare interpretazione della realtà, di tutto un mondo di storie ed emozioni, filtrati dalla sensibilità e dalla visione individuale. Alcuni nomi: il maestro del ritratto Irving Penn, gli amanti del bianco e nero Peter Lindbergh e Bruce Weber, i provocatori Helmut Newton e Richard Avedon, i più giovani Steven Meisel e Michael Thompson.