Gli alchimisti di villa Palombara
“La scelta tra il pensiero magico e il pensiero razionale non è concluso.”
Verso la fine del XVII secolo Cristina di Svezia, stabilitasi a Roma, costituì una rispettabilissima cerchia di ermetici e alchimisti che attraverso la grande tradizione del pensiero magico si proponevano di sperimentare le possibilità di dominio e di controllo sulla natura.
Tra gli illustri adepti della regina si annoverano il medico Francesco Borri , l'erudito tedesco Athanasius Kircher e soprattutto il marchese Massimiliano Palombara , nella cui villa si riuniva l'eletto gruppo.
Proprio nel giardino di questa superba dimora sull'Esquilino (oggi non più esistente) si apriva la Porta Magica , ad oggi, l'unico monumento alchemico di Roma e soprattutto uno dei pochissimi esistenti al mondo.
Il marchese Massimiliano Palombara
La Porta Magica, oggi, si trova a ridosso dei “Trofei di Mario”, in piazza Vittorio Emanuele II, in uno stato di vergognoso abbandono, un rudere abbandonato all'inclemenza del tempo; ciò che ne resta sono il frontone, gli stipidi incisi con lettere ebraiche e segni alchemici, due statue grottesche e alcune iscrizioni in latino.
Eppure, in epoca barocca, l'intera area di piazza Vittorio era occupata dalla maestosa villa del marchese Palombara, uomo raffinato, profondo studioso di filosofie classiche ed amante dell'occulto. Nella sua biblioteca troneggiavano numerosi trattati alchemici ed ermetici pieni di formule e lo stesso marchese aveva scritto un'opera, “ La Bugia ”, dedicata alla regina Cristina di Svezia, per spiegare il suo percorso e la sua conversione alle scienze occulte.
Realtà o leggenda?
La leggenda vuole che il marchese, mentre passeggiava un giorno tra i viali della sua villa, ebbe la visione di San Giovanni che gli rivelò i segreti dell'alchimia, della pietra filosofale e della trasmutazione.
Cosa sia accaduto davvero è difficile dirlo ma, dopo quella visione, il marchese si fece costruire un laboratorio accanto alla sua villa per dedicarsi allo studio dell'alchimia e dell'occultismo.
Si narra che una notte un enigmatico viandante (si ritiene fosse Francesco Giustiniano Bono, famoso alchimista dell'epoca) si presentò al marchese in cerca di ospitalità. Al mattino l'alchimista rivelò al suo anfitrione di essersi spinto fin lì per dedicarsi allo studio della pietra filosofale e gli chiese il permesso di poter adoperare il suo attrezzatissimo laboratorio. Così l'alchimista trascorse tre giorni nel gabinetto scientifico del marchese, dopodiché scomparve misteriosamente. Nessuno seppe mai che fine avesse fatto, tuttavia l'alchimista qualcosa doveva aver scoperto, dal momento che aveva lasciato sul tavolo del laboratorio alcuni grammi di oro purissimo e una pergamena con sopra annotata una formula misteriosa.
Un formula segreta
Il marchese Palombara, nonostante gli studi, non riuscì mai a decifrare quella formula, capace probabilmente di trasformare un vile metallo in oro purissimo, e per fissarla nel tempo la fece incidere, con l'aiuto del suo amico alchimista Borri, sullo stipide della porta del suo laboratorio: la porta magica era dunque la porta d'ingresso del suo gabinetto privato.
Sul gradino della porta fece aggiungere la scritta latina “Est opus occultum veri Sophi aperire terram ut germinet salutem pro populo” (è opera occulta del vero saggio aprire la terra affichè generi salvezza per il proprio popolo): con queste parole il nobiluomo sottolineava quale fosse la missione di ogni alchimista.
La porta magica simboleggiava l'entrata in un'altra dimensione e il suo significato è chiaramente iniziatico e comprensibile solo ai Rosacroce, di cui il marchese Palombara era adepto.
Un mistero irrisolto
In molti nel corso dei secoli hanno cercato di decifrare il segreto della Porta Magica ma senza venirne mai a capo.
Le strane frasi incise sulla porta prevedevano insoliti prodigi: “Quando nella tua casa neri corvi partoriranno candide colombe, allora sarai chiamato sapiente”; “Chi sa bruciare l'acqua e lavare col fuoco fa cielo della terra e del cielo cosa preziosa”.
Oggi ci si chiede se queste formule siano davvero atte a trovare l'oro e sono in molti a sostenere la tesi che quelle frasi nascondano qualcosa di molto più prezioso ma il mistero è tuttora irrisolto.