Il caso della Marchesa di Brinvilliers è sconvolgente e drammatico, potente e ricca aristocratica per molti anni usa i veleni per vendette e malvagità senza limite. Anticipa il più eclatante caso di avvelenamenti della la Voisin più noto come l’affare dei veleni.
Marie Madeleine Marguerite d'Aubray, Marchesa di Brinvilliers
La futura Marchesa di Brinvilliers, Maria Maddalena Dreux, nasce il 22 luglio 1630 figlia di M. Marie-Madeleine d’Aubray, signore di Offémont e di Villiers, luogotenente civile di Parigi, luogotenente generale delle miniere di Francia, mâitre de requête: in quanto famiglia di secondo grado della aristocrazia non poteva sperare in un buon matrimonio ma essendo carina il padre riuscì a maritarla per avere un’alleanza con le famiglie parlamentari di Parigi.
La Marchesa è ritratta in modo molto elegante, piccola ma graziosa dalla fisionomia dolce e gentile. Era una ragazza molto cercata non solo dalla classe del padre ma anche da quelle superiori; il marchese Goblin Brinvilliers, figlio del presidente alla Camera dei conti, e padrone in campo del reggimento in Normandia, ha incontrato la giovane Aubrey, e si è innamorato perdutamente. Era l'unico figlio ed erede di una fortuna di trentamila franchi; era un bel ragazzo, uomo di mondo. Questo matrimonio era quindi al di sopra delle aspettative per la famiglia Aubrey.
Un amante diabolica
Durante il primo anno di matrimonio tutto andava per il meglio. La Marchesa amava il bel mondo e il marito dal carattere debole le permetteva di ricevere tutti a suo piacimento.
Ben presto un cavaliere, il Chevalier de Sainte-Croix, iniziò a frequentare la bella casa dei giovani sposi. Il marchese era stato molto innamorato della moglie ma non geloso e presto se ne dimenticò, all’epoca la morale era ben diversa da quella di adesso.
La Marchesa ci rimase molto male nello scoprire di non essere più oggetto di tanta passione e le sue lacrime di dolore si trasformarono in lacrime di sangue giurando vendetta.
Il Chevalier de Sainte-Croix iniziò a giocare un ruolo consolatorio da amico ad amante. Il padre della Marchesa, il luogo tenente civile, fu informato della relazione della figlia e si recò a casa sua per pregarla di rompere la relazione con il cavaliere.
- Voi amate vostro marito, disse il padre, che ti amava tanto… perché sono cambiati i vostri sentimenti?
- Perché!, grido la Marchesa lanciando sul padre uno sguardo di morte, perché mi accusate? Chiedete al marchese di Brinvilliers è lui che si deve scusare, non io, vostra figlia. Invece la colpevole sono io, io sono la criminale.
- Se vostro marito ha dei torti, sono di natura perdonabili ma il vostro comportamento non ha scuse. Ne va della mia reputazione e del mio ruolo di magistrato, ricordate quanto ci siamo detti, e tremate!
Ma la giovane Marchesa non era una donna che si faceva intimorire facilmente. Tuttavia il potente padre fece rinchiudere il cavaliere alla Bastiglia dove conobbe altri criminali e da questi apprese l’arte della chimica e dei veleni. In particolare un certo detenuto Exili, chimico della regina Cristina di Svezia, era esperto nei veleni sottili e pare fosse causa sua la morte di Maria de Medici. Dopo un anno il cavaliere fu rilasciato ed uscito dalla Bastiglia riuscì a far scagionare anche Exili che presso la sua dimora o quella della Marchesa continuò gli studi sui veleni.
Avvelenatori seriali
La Marchesa di Brinvilliers, studia e prepara la vendetta, l’amante la istruisce sull’uso dei veleni e così da rea di adulterio diventerà un assassina seriale. Il primo a morire fu il padre; inginocchiata ai suoi piedi per chiedergli perdono gli fa ingoiare il veleno, fingendo una maschera di redenzione con confessioni e tutti gli atti religiosi di una penitente.
Ma fa di peggio, si dice che per sperimentare i vleni, presso l'Hotel-Dieu ( ospedale ), distribuisse biscotti avvelenati che portaronono alla morte entro un tempo calcolato molti ammalati.
La Marchesa prese anche a servizio una bambina come aiutante di camera e su di lei sperimenta i veleni ma senza ucciderla, il veleno fallisce ma lascia la poveretta menomata a vita.
La morte di Aubrey non ha suscitato alcun sospetto, il figlio è succeduto nell’incarico pubblico e la Marchesa ha tentato di avvelenarlo con la complicità di un cameriere appartenuto a St. Croix, ma il veleno nel vino aveva un sapore talmente amaro che l’ufficiale non riuscì a berlo, per questa stranezza fu trovata una scusa e la vittima non ne fu insospettita. Ma due anni dopo il figlio di Aubrey, il fratello e sei ospiti ad una cena morirono, l’autopsia rivelò la causa ma nessuno si insospettì della sorella.
Exil, il criminale che il cavaliere aveva conosciuto in cella scappo dalla Francia e fu arrestato il marchese di Brinvilliers, convinti che tramasse contro gli Aubrey; a questo punto la Marchesa e il Cavaliere furono liberi di continuare la loro azione ma il Cavaliere di St. Croix temeva la Marchesa di cui conosceva la malvagità.
La Marchesa voleva la morte del marito ed ogni giorni gli dava il veleno ma il Cavaliere di St. Croix dava al marchese un contro veleno così che non morisse, e ogni qual volta la Marchesa si consultava con il St. Croix per il veleno da usare lui riusciva a non far morire il povero marchese.
Morte del Cavaliere di St. Croix
Nel suo laboratorio segreto il Cavaliere stava preparando veleni molto pericolosi e tanto sottili da dover usare una maschera di vetro per non morire ma il caso volle che un giorno la maschera cadde e il Cavaliere respirando i vapori velenosi morì senza riuscire a salvarsi. Non aveva eredi e gli inquirenti sigillarono tutto ma sotto il letto trovarono lettere e materiale che riconducevano al cameriere che rivelò tutti i piani in cui era coinvolta la Marchesa che fu condannata alla decapitazione e per questo scappò prima in Inghilterra e poi in Belgio in un convento.
Presto però fu rintracciata e fu ottenuto il permesso di estradizione, il funzionario che andò ad arrestarla si travestì da prete ( non poteva allora il servizio di stato mettere piede in un luogo religioso) fingendosi come un amico e protettore e la Marchesa cadde nella trappola.
Una vita percorsa nel segno del male
Un giorno il funzionario francese con una scusa portò la Marchesa a fare una gita in campagna e in un boschetto la fece circondare dagli arceri che la arrestarono. Il funzionario si recò a perquisire la stanza dove viveva la Marchesa e trovò le memorie con la descrizione di tutti i suoi crimini e tutte le morti che aveva causato, un documento agghiacciante, un racconto di malvagità mai visto.
“Mi accuso di aver causato un incendio. Ho concepito desideri peccaminosi su mio fratello. Mi accuso di aver avuto commercio con un cugino di secondo grado, duecento volte. Da lui ho avuto un figlio. Ho avuto commercio con un primo cugino di mio marito, trecento volte. Era sposato. Mi accuso di aver avvelenato mio padre con le mie proprie mani. Ho avuto desiderio di avvelenare mia sorella perché mi rimproverava della mia condotta, che era orribile. Mi accuso che un giovanotto mi stuprò quando avevo sette anni”
Il più mostruoso dei crimini lo commise nel più rigoroso convento di Parigi dove la Marchesa si recava ogni anno a passare la quaresima comportandosi come anima devota e pia aiutando i poveri e malati. Un anno una povera ragazza che viveva in convento e rovinato dalla sorte e diseredata fu avvicinata dalla Marchesa che divenne confidente. Un giorno la Marchesa gli disse di non disperare e di pregare Dio che presto la sorte sarebbe cambiata per il meglio. Uscita dal convento la Marchesa si recò a far visita al padre del giovane e presto l’uomo e il figlio morirono. La giovane ritrovò la libertà senza saperne però il costo.
Arresto della Marchesa
Mentre Desgrais era in convento a cercare le lettere della Marchesa questa cercò di salvarsi corrompendo una guardia dandogli un diamante e una lettera da consegnare a Mr. Theria a Maastricht che avrebbe potuto aiutarla ma la guardia tenne il diamante e diede la lettera al funzionario francese.
Portata a Parigi per il giudizio si dovete riunire il parlamento in quanto la marchesa ne era parte come rango, lei fece di tutto per trovare protezione ma in vano. Dopo vari interrogatori e confessioni . i giudici non esitarono a dichiararla posseduta dal demonio, rea di veneficio e stregoneria e la condannarono a morte.
Il confessore per parecchi giorni la incontrò tutti i giorni cercando di salvarla e dicendosi sicuro del suo pentimento ma la grazia fu rifiutata, Luigi XIV fu irremovibile.
Il 16 luglio 1676, alle 06:00 di sera, la Marchesa, vestita solo di una camicia, è stata condotta a Notre Dame per fare ammenda.
Esecuzione della Marchesa di Brinvilliers
All’epoca in tutti i Seggi di Tribunali Regi doveva esser a disposizione una sala dedicata all'attività di tortura, chiamata Chambre de la question, dove l’imputato era legato ad uno sgabello mentre un funzionario descriveva tutto quanto accadeva. La marchesa fu sottoposta alla tortura dell’acqua, fu legata ad uno sgabello, gli fu infilato in bocca un tubo e costretta a bere un enorme quantità d’acqua.
Madame de Sévigné assistette alla esecuzione:
"E' finita: la Brinvilliers è nell'aria; il suo povero corpicino, dopo l'esecuzione, è stato gettato in un gran fuoco, e òe ceneri al vento; in modo che noi la respireremo, e per la comunicazione degli spiriti, saremo presi da qualche umore avvelenante, di cui tutti ci meraviglieremo.
Il Processo è finito ieri.... fino alle cinque di sera ha raccontato la sua vita, spaventevole ancor di più di quello che si pensasse: ha avvelenato dieci volte di seguito suo padre (non poteva venirne a capo), i suoi fratelli e molti altri. Dopo questa confessione non si è tralasciato di applicarle la tortura ordinaria e straordinaria, ma non ha detto nulla di più....
Alle sei è stata condotta in camicia con la corda al collo a Notre-Dame, per fare l'onorevole ammenda; poi l'hanno messa nello stesso carretto dove io l'ho veduta, gettata supina sulla paglia, con una cuffia bassa, in camicia; da una parte c'era un medico, dall'altra un carnefice: in verità era uno spettacolo che mi ha fatto fremere....
Montò sola a piedi nudi sulla scala e sul patibolo, ed in un quarto d'ora fu rasata, girata e rigirata dal carnefice: vi fu un grande mormorio per questa crudeltà. L'indomani si cercavano le sue ossa: il popolo la credeva una santa.
Venerdì, 17 Luglio 1676"
Fu svestita, torturata e poi gettata nel fuoco e le ceneri disperse al vento perché le sue ossa potevano essere prese dal popolo.