Il primo caso di "vampirismo " di cui ci parlano le cronache è con molta probabilità quello di Jure Grando, contadino istriano morto nel 1656 e riesumato nel 1672. La sua storia è arrivata fino a noi grazie alla documentazione raccolta da Johannes Weikard Valvasor in Die Ehre des Herzogthums Crain (1689).
Il racconto di Valvasor parla dell’apparizione del cadavere di Jure Grando nel paese istriano di Krinck. Sebbene fosse morto da ormai sedici anni, Grando si sarebbe aggirato per le case del paese seminando terrore. Bussava alle porte delle case e, pochi giorni dopo, gli stessi abitanti morivano di consunzione.
Una notte fece visita alla sua vedova che, riconosciutolo, corse dal governatore per chiedere aiuto. Questi, raccolti alcuni uomini coraggiosi, decise di mettere fine alle visite di quella creatura. Continua il racconto di Valvasor: “Venne aperta la tomba e gli abitanti trovarono un corpo dal viso vermiglio, che li accolse con un sorriso, ciò ebbe l’effetto di disperdere la maggioranza dei presenti.
Il Governatore, scontento che nove viventi non potevano venire a capo di un solo cadavere, li richiamò, incoraggiandoli a tornare con un paletto di albaspina ben appuntito. Si fece così. Ma il paletto non riusciva a entrare nel cadavere.
Giacché il corpo non poteva essere impalato, un uomo chiamato Nikolo Nyena, si assunse il compito di decapitarlo. Ma cercò di farlo in modo non convinto e un certo Stipan Milasich, più coraggioso, gli staccò la testa di netto. Allora il morto lanciò un grido e si contorse come un vivente. Gran sangue si disperse nella bara”.