La scherma nel barocco
Con l'avvento e la diffusione delle armi da fuoco tra il XV e il XVI secolo, le armi bianche subiscono una notevole mutazione dovuta al loro radicale cambio di utilizzo: non sono più il principale strumento di offesa in battaglia e nei corpo a corpo, non sono più l'unico mezzo per perforare le armature dei cavalieri e le bardature dei cavalli, più facilmente sconquassate dai proiettili dei nascenti archibugi e pistole.
Tra la fine del XVI e tutto il XVII le pesanti spade rinascimentali, spesso tanto possenti da dover essere usate con due mani e da raggiungere la lunghezza di più di 1,5 mt, si trasformano in oggetti raffinati da guerriglia metropolitana, agili e leggeri, fino a raggiungere lo status di oggetti d'arte o di veri e propri complementi d'abbigliamento trendy.
Spada, Rapier o Striscia?
Già alla metà del XVI secolo in Italia e in Spagna, i paesi in Europa dove l'arte della scherma era nata e si era maggiormente diffusa, si stavano conducendo esperimenti per creare spade da difesa leggere e maneggevoli, che potessero essere efficacemente usate con una mano sola.
La trasformazione della spada rinascimentale nella “striscia” barocca è stata ovviamente lenta e graduale, ma intorno al 1580-90 l'evoluzione è quasi del tutto compiuta: le pesanti e larghe lame rinascimentali si sono ristrette e assottigliate per creare un'arma acuminata e letale, efficace nel taglio ma soprattutto nell'affondo. Anche l'elso e l'impugnatura, che in passato erano molto massicci poiché dovevano sostenere il peso di grosse lame e l'urto di quelle avversarie, si ingentiliscono e alleggeriscono, lasciando grande spazio alla protezione per la mano.
In combattimenti veloci e serrati come quelli con le nuove spade era facile essere colpiti sulla mano che reggeva l'arma: vengono quindi messe a punto protezioni diverse che presto contraddistingueranno uno stile ben preciso di un'area geografica o di un maestro armaiolo, come la protezione a “coppa” molto diffusa in Spagna, quella a “gabbia” più italica, in cui si sarebbe dovuta incastrare la lama dell'avversario, e la così detta Pappenheim, contraddistinta da un motivo decorativo tipico sul paramani e diffusa nell'Europa del Nord e dell'Est.
Anche i nomi con cui sono chiamate in Europa queste nuove armi sono diversi,come anche il loro peso e la lunghezza della lama: nei trattati dei grandi maestri italiani di primo '600 come il Capoferro e l'Agrippa si parla semplicemente di spada, ma quando il maestro italiano Bonetti si trasferisce a Londra lì conia il termine “rapier” (dal verbo greco “rapizein”, colpire) che si diffonde ampiamente anche in Francia e Germania.
Sicuramente gli spadaccini dell'epoca non chiamavano la loro arma striscia, un termine moderno derivato dal fatto che la lama fosse sottile come una “striscia” di metallo.
Una scherma come...il balletto
La rapier, complice la sua leggerezza e maneggevolezza, non è esente dalla tendenza barocca di trasformare tutto il funzionale in coreografico e meraviglioso: diventa infatti un oggetto estetico imprescindibile nel “corredo”di ogni gentiluomo. Non è solo uno strumento di autodifesa metropolitano, ma un vero e proprio complemento di moda: nel XVII secolo è indispensabile, insieme al cappello, per potersi presentare a corte decorosamente e a Versailles chi non poteva permettersene una di proprietà poteva affittarla all'ingresso.
I giovani aristocratici apprendono l'arte della scherma, che comprende movenze molto diverse da quelle studiate dai loro avi: sono movimenti aggraziati e repentini, vere e proprie coreografie letali in cui la destrezza per rimanere vivi si mescola ad uno stile e ad un' armonia delle figure simile a quella del balletto, altro capitolo imprescindibile dell'istruzione necessaria per presentarsi in società.
Rispetto alla scherma tradizionale di impianto rinascimentale, basata sui “fendenti” laterali atti a tagliare l'avversario con la potenza della forza fisica, la scherma barocca è basata sul principio dell' affondo allo scopo di perforare gli organi vitali.
In una logica tutta barocca, persino la lotta per la sopravvivenza diventa spettacolo,teatro, estetica.
Benchè il duello sia stato espressamente vietato da Luigi XIII e considerato sconveniente e antisociale in gran parte d'Europa, il rituale dello scontro d'onore corpo a corpo è ammantato da un'aura mitica e studiato e seguito da tutti i rampolli dell'alta società: solo la procedura del saluto richiede quasi un'ora ed una sequenza di movimenti estremamente rigida e formale.
In un mondo in cui i conflitti sono sempre più combattuti con la tecnologia delle armi da fuoco e con eserciti sempre più addestrati e professionali, il mondo della scherma viene sempre più relegato ad un piano estetico, coreografico e simbolico.
Tecniche “da strada”
Tuttavia il mondo formale e modaiolo della scherma barocca ha anche un contraltare pragmatico: la rapier può effettivamente essere uno strumento di difesa e di offesa, soprattutto se usata in combinazione con altri “strumenti”.
I briganti, i mercenari o i cosidetti “bravi” al servizio di signorotti locali, ma anche semplici commercianti che difendono le loro attività o un carico di merci sono poco interessati alle evoluzioni coreografiche della scherma da trattatistica quanto piuttosto all'efficacia offensiva: utilizzano la spada spesso in combinazione con la “mano sinistra”, una spada corta di origine spagnola che portano nascosta nella cintura, dietro la schiena, con cui colgono di sorpresa l'avversario e lo disarmano, colpendolo poi a morte con la spada.
Per questi poco onorevoli spadaccini ogni mezzo è lecito per avere di meglio sullo sfidante, persino confonderlo e accecarlo gettandogli sopra il proprio mantello: nascono così le tecniche di “cappa e spada” che col tempo saranno incluse anche nella trattatistica ufficiale e daranno origine ad un tipo di mantello particolarmente pesante apposito per lo scopo. Indossarlo era un avvertimento dell'essere uno spadaccino senza scrupoli e a cosa si sarebbe potuto andare incontro...meglio tenersi alla larga!
La trasformazione “galante”
La rapier è stata in uso in Europa circa 150 anni: nei primi anni del '700 è stata quasi completamente svuotata della sua funzione di arma da autodifesa metropolitana, rappresentando con la sua lunghissima lama un impedimento a muoversi agevolmente nei teatri, ai balli e per strada dove nuovi contesti sociali ed una nuova moda stavano prendendo piede.
Le città cominciavano ad essere controllate da veri e propri corpi di polizia, aumentando così la pubblica sicurezza, e chiunque avesse voluto munirsi di un'arma da autodifesa optava spesso per una pistola, arrivata all'epoca ad un buon grado di evoluzione tecnologica, sicurezza ed affidabilità.
Le rapier si trasformarono quindi in spadini vezzosi senza alcuna velleità di reale efficacia, un accessorio di moda non indispensabile ma indice di ricchezza e ricercatezza nell'abbigliamento.