Nato a Venezia nel 1682, Giovanni Battista Piazzetta si formò nella bottega del padre Iacopo, intagliatore in legno; passò poi nella bottega del veneziano Molinari, un pittore "tenebroso" di lontana ascendenza caravaggesca, dal quale apprese l'uso di forti chiaroscuri.
L'esperienza fondamentale fu però quella bolognese (1703), durante la quale si accostò a G. M.Crespi e ne assunse il gusto naturalistico e la vivace coloritura a macchia.
Rebecca al pozzo, Milano, Pinacoteca di Brera
Nel 1717 eseguì a Venezia il Martirio di Sant'Jacopo, con una forte violenza compositiva e un forte chiaroscuro che lo collocano in antitesi con il rococò. Questa energia di composizione si nota in quasi tutte le opere giovanili, come nell'Apparizione della Vergine a San Filippo Neri.
Intorno al 1720, il rinnovato studio del Seicento veneto, specie dello Strozzi e del Liss, indusse però il Piazzetta a schiarire la tavolozza e a cercare effetti di luminosità più pacati e sereni: di questo periodo è la Gloria di San Domenico (1725), impostata su effetti atmosferici di ispirazione veronesiana, che non annullano però la solidità volumetrica delle figure. Si tratta di un periodo di transizione, in cui Piazzetta alterna a grandi composizioni sacre (Estasi di san Francesco, nel museo di Vicenza; Sacrificio di Isacco, nella Pinacoteca di Dresda), piene di misteriosi e suggestivi effetti d'ombra, una serie di studi sul vero, generalmente di piccole dimensioni (Alfiere, alla Pinacoteca di Dresda), in cui il pittore ricerca definizioni tipologiche e studia gli effetti di luce. Questo periodo trovò uno sbocco intorno al 1740, quando anche per l'influenza del Ricci, Piazzetta schiarì definitivamente la tavolozza e si orientò decisamente verso un naturalismo sciolto e luminoso, adatto al clima culturale del tempo senza indulgere alle consuete frivolezze del rococò: sono di questo momento le sue opere più notevoli: Assunta (Parigi, Louvre); L'Indovina (1740; Venezia, Gallerie dell'Accademia) che pur legandosi alla pittura di genere mostra una donna tenera e spavalda, celata in un vibrante tessuto cromatico che anticipa il naturalismo di Goya e Coubert; Rebecca al pozzo (Milano, Brera) e un numero di disegni a carboncino.
L'indovina (1740), Venezia, Gallerie dell'Accademia
Dopo il 1740, si verificò un periodo di decadenza dovuto anche alla crescente collaborazione degli allievi, durante il quale il pittore ritornò agli effetti teatrali e al chiaroscuro violento della giovinezza come dimostra la Decollazione del Battista (Padova, Basilica).
Morì nel 1754 a Venezia.