In epoca barocca il termine “borghese” evocava un’ampia gamma di significati, legati al rango sociale. In Europa, un borghese (burgher o burger) era chi risiedeva in una città e godeva di certi privilegi e diritti.
Il borghese più famoso dell’epoca è senza dubbio Monsieur Jourdain, lo sciocco e simpatico protagonista del Borghese Gentiluomo di Molière, che nel tentativo di elevarsi socialmente finisce per diventare lo zimbello di avidi servi, socialmente al di sotto di lui e di nobili senza scrupoli.
Per gli storici borghese è sinonimo di appartenente al ceto medio, la parte agiata del Terzo Stato. Un borghese, in genere, possedeva qualche forma di proprietà e aveva una sicurezza economica.
Gli appartenenti al ceto medio erano coinvolti in un’ampia gamma di attività di produzione. In particolare erano legati al commercio e all’industria. L’abitazione di un borghese era sicura, illuminata, conteneva più oggetti, arredi, libri, dipinti, vestiario, in una parola il borghese era circondato di comodità se non addirittura da vero e proprio lusso. L’istruzione e il contatto con la cultura in genere costituì una dimensione cruciale per la classe media.
La borghesia riuscì, nell’età barocca, a far valere molti diritti. Ciò che identificava il borghese era il suo diritto ad intervenire negli affari locali. Che il suo ruolo fosse importante o limitato, in genere dipendeva dall’entità della sua ricchezza. Eppure in molti casi il borghese non solo si considerò abitante delle città ma assunse i suoi diritti molto seriamente e le sue responsabilità di cittadino. Nei confronti della plebe il borghese aveva un attegiamento distaccato. Nei confronti della nobiltà aveva l’onnipresente consapevolezza dei molteplici confini che lo separavano da essa.
Il senso di appartenere ad una via di mezzo, era forse la caratteristica dominante del borghese.