Proseguendo la nostra carrellata tra gli artisti che s’ispirano al barocco propriamente musicale dobbiamo citare il francese Patrick Rondat.
Tristemente sconosciuto ai più, questo chitarrista autodidatta, virtuoso e spaventosamente tecnico ha all’attivo 5 album che spaziano in un’infinita varietà di suoni, dal rock al progressive, dal barocco al jazz. Rondat ha collaborato, tra gli altri, con Jean-Michel Jarre e Michel Petrucciani.
In Amphibia, ottimo album del 1996, spicca il “Vivaldi tribute”: un’interpretazione emozionante della sonata in Sol minore trasformata in una grandiosa sinfonia metal. Rondat è bravissimo sia con la chitarra elettrica che con quella classica, come testimonia un altro brano dell’album: “Dreamstreet”.
La perla dell’album On The Edge (1998) è invece il brano “Why do you do things like that?”, scritto e interpretato assieme al virtuoso pianista Michel Petrucciani, purtroppo scomparso. Anche in Rape of the Earth (1991) e nell’ultimo album, An Ephemeral World (2004) ci sono numerose influenze classiche e rivisitazioni di opere di Bach.
Discografia completa:
Just for fun – 1989
Rape of the Earth – 1991
Amphibia – 1996
On The Edge – 1998
An Ephemeral World - 2004