La donna manager
Negli anni ’80 il mondo del lavoro e degli affari sembra riempirsi di donne-manager, sicure si sé, agguerrite, pronte a soffiare posizione, prestigio e stipendi ai colleghi uomini, che da parte loro appaiono disorientati e impotenti. Almeno, così sembra. Chi ha successo, o ne vuol dare l’impressione, ostenta auto costose, computer portatili, agende elettroniche, i primi telefoni cellulari. Tutto l’abbigliamento acquista un taglio deciso e mascolino, tuttavia le donne tentano di coniugare la praticità all’eleganza senza rinunciare agli attributi classici della femminilità: se le spalle di camicie, giacche e cappotti si imbottiscono, d’altra parte le gonne si accorciano e si restringono, e le scollature si fanno più profonde. I colori sono appariscenti: giallo, rosso, blu, viola. Le scarpe hanno il tacco molto alto e stretto.
Giorgio Armani
Gli abiti maschili invece sembrano seguire la tendenza opposta, e pur conservando la struttura classica si ammorbidiscono nelle fogge. Il dominatore indiscusso di questi anni è Giorgio Armani, creatore di un pret-à-porter dell’alta moda. La tradizionale giacca maschile formale e imbalsamata viene destrutturata e semplificata, liberata da imbottiture e impunture e resa morbida e leggera. Diventa la divisa di uomini che vogliono sentire il loro corpo più libero e di donne che si arricchiscono di autorevolezza e grazia. All’inizio degli anni ’80, qualcuno dice che la giacca di Armani ha aiutato le donne più del femminismo. Rende immediatamente anacronistiche le imbottiture sulle spalle, e una tavolozza di grigi spazza via i colori pacchiani.
Valentino e Versace
Con il gusto per il lusso e l’esibizionismo tornano alla ribalta gli abiti da sera, più appariscenti e costosi che mai, con tutto il loro armamentario di maniche a sbuffo, paillettes, merletti, tulle e taffettà. Sono ancora due italiani a distinguersi: il primo è Valentino, ai vertici mondiali dell’alta moda e del pret-à-porter dagli anni ’60, coniugando la classicità con la modernità. Agli antipodi dell’eleganza classica di Valentino c’è l’aggressiva ed eccentrica proposta di Gianni Versace, divenuto famoso per gli esperimenti con rifiniture e tessuti stravaganti: gioielli e pelli finte (leopardo, zebra, coccodrillo), maglia metallica, cinture e catene. Versace fa della comunicazione uno dei suoi punti di forza: costruisce un’immagine aggressiva, sfacciata, quasi di “cattivo gusto”; per primo esalta la bellezza delle indossatrici, che grazie a lui si trasformano in top-model. Assassinato sulla soglia della sua casa di Miami nel 1997, la sua opera è ora proseguita dalla sorella Donatella.