Una monumentale biografia del duca di Marlborough fu scritta da un suo pronipote, che riuscì a superarlo in fama e meriti agli occhi dei connazionali inglesi: Winston Churchill. I meriti del duca di Marlborough non furono però di molto inferiori a quelli del suo illustre pronipote: fu un militare di primissimo ordine, con apprezzabili doti politiche ma non ebbe la riconoscenza degli inglesi che lo liquidarono all'indomani della sua vittoria decisiva. Tuttavia per un quarto di secolo - fra il 1685 e il 1710 - il duca fu il capo indiscusso delle forze armate inglesi.
La giovinezza
Nato ad Ashe, nel Devonshire, nel 1650, figlio di Sir Winston Churchill e di Elizabeth Drake, John Churchill crebbe alla corte degli Stuart. Entrò giovanissimo (1667) nell'esercito e mostrò sin dal 1672, nella guerra d'Olanda, eccezionali qualità di condottiero.
Sicuro e attento nel valutare le situazioni strategiche e tattiche, divenne ben presto uno dei migliori generali dell'esercito. Appoggiò dapprima Giacomo II, che creatolo barone di Sandridge, gli affidò il comando di uno dei contingenti inviati a reprimere la ribellione del duca di Monmouth; ma, urtato come anglicano dalla politica religiosa del re, si avvicinò sempre più a Guglielmo d'Orange (futuro Guglielmo III), col quale si schierò poi nella crisi del novembre 1688 e che lo nominò, non appena divenne re, conte di Marlborough.
Al nuovo sovrano, Marlborough rese grandi servigi, soprattutto in Irlanda nel 1690. Nel frattempo i rapporti di sua moglie, Sarah Jennings, con la principessa Anna lo compromisero a causa delle divergenze sorte tra la principessa e sua sorella, Maria II; inoltre Marlborough intratteneva rapporti, come tutti i tories, con il detronizzato re Giacomo II. Tutto questo lo fece cadere in disgrazia nel 1692 e non tornò alla ribalta che nel 1698.
Fu comunque grazie alla moglie, Sarah Jennings, donna bellissima e affascinante, della quale era molto innamorato, che Marlborough fece carriera, sfruttando l'amicizia e l'ascendente che essa aveva sulla futura regina Anna.
L'avvento al trono della regina Anna
L'avvento al trono di Anna nel 1702, che coincise con lo scoppio delle ostilità per la guerra di Successione Spagnola, segnò l'inizio del periodo più brillante della vita di Marlborough. Egli divenne assai influente presso la nuova sovrana, che gli conferì il titolo di 1° duca di Marlborough e che lo nominò comandante supremo delle truppe inglesi.
La sua abilità diplomatica, pari alle capacità militari, e la cura che egli aveva per le sue truppe gli permisero di tenere unita una coalizione eterogenea e di fronteggiare con successo la potenza militare di Luigi XIV.
Assunto personalmente il comando delle truppe operanti nei Paesi Bassi, sviluppò il coordinamento tra forze terrestri e navali e riportò brillanti vittorie in condizioni assai difficili: nella battaglia di Hochstadt (o di Blenheim, 1704), insieme al principe Eugenio di Savoia, suo grande amico e collaboratore, inflisse una dura sconfitta ai francesi; a Ramillies (1706) e a Oudenaarde (1708) si assicurò il controllo dei Paesi Bassi; a Malplaquet (1709) riportò la sua ultima vittoria. L'ostacolavano nel frattempo la cattivà volontà degli Olandesi, propensi sin dal 1706 a una pace separata con la Luigi XIV, e le difficoltà della politica interna inglese.
Declino
Per quanto il duca fosse abbastanza estraneo alle lotte dei partiti, si era andato orientando verso i whigs, non per via di un mutamento della sua fede politica ma perchè la loro politica di guerra sul continente ben si conciliava con la sua carica militare. Tuttavia non riuscì ad accordarsi con i più intransigenti tra loro, noti col nome di Junto.
Debolmente appoggiato dai whigs e osteggiato dai tories, egli andò perdendo credito anche presso la regina Anna, i cui rapporti con la moglie Sarah avevano subito un progressivo raffreddamento.
Il tentativo di farsi nominare comandante in capo dell'esercito a vita e l'atteggiamento del nuovo parlamento eletto nel 1710, in maggioranza tory e contrario alla guerra, portarono ad una rottura definitiva col governo e la corte.
Alla fine del 1711 Marlborough, accusato di complotto contro la regina e di appropriazione indebita, perse la sua carica e fu esiliato.
In Germania e ad Anversa, dove visse sino alla morte della regina Anna, cercò nuovamente contatti con gli ambienti giacobiti; ciononostante all'avvento degli Hannover (1714) rientrò in Gran Bretagna, dove fu accolto con tutti gli onori e ottenne nuovamente i titoli che aveva prima dell'esilio; non fu tuttavia riammesso al governo e non esercitò più alcuna influenza sulla politica britannica. Morì a Cranbourn Lodge, presso Windsor, nel 1722.
Marlborough ed Eugenio di Savoia - due condottieri a confronto
Il duca di Marlborough aveva tredici anni in più del suo illustre collega, Eugenio di Savoia, e aveva superato la cinquantina quando si trovò a dividere con lui il peso del comando delle forze alleate nella guerra di successione spagnola.
I due avevano temperamenti e abitudini differenti, ma cementarono un'amicizia molto solida, fondata su una stima reciproca e incondizionata. S'incontrarono per la prima volta il 10 giugno 1704, due mesi prima della battaglia di Blenheim, nell'accampamento del duca, che tributò al principe i più alti onori militari, offrendo in suo onore un sontuoso banchetto: "Ebbe inzio subito", racconta Winston Churchill nella sua biografia dedicata al proprio antenato, "quella gloriosa fraternità d'armi che non sarebbe stata turbata né dalle vittorie, né dalla fortuna, di fronte alla quale la gelosia e i malintesi erano impotenti, e della quale la storia delle guerre non offre altro esempio. I due uomini si trovarono immediatamente d'accordo, ambedue pensavano e parlavano della guerra allo stesso modo, misuravano con lo stesso metro le grandi forze in gioco, e soprattutto guardavano insieme alla grande battaglia, come all'unico modo di risolvere i loro problemi".
Marlborough aveva un aspetto imponente, e le sue uniformi erano sempre tali da farlo identificare come il comandante supremo; Eugenio aveva un aspetto malaticcio e indossava una semplice divisa bruna che lo faceva somigliare ad un frate cappuccino più che ad un generale.
Il duca ostentava la propria ambizione e la propria sete di denaro: più di una volta si lamentò delle ricompense per le sue campagna miliari. Era anche molto religioso: la notte prima della battaglia di Blenheim non la trascorse a dormire ma a pregare. La fede di Eugenio era più profonda e consapevole. Può sorprendere, ma durante le campagne Marlborough era più frugale ed Eugenio più generoso, il che rendeva il principe molto popolare fra gli ufficiali. Malborough era un abile giocatore al biliardo, e non nascondeva certe sue passioni disinvolte. Vittorio Amedeo di Savoia trovò la strada per conquistarsi la sua simpatia, regalandogli alcuni quadri raffiguranti figure nude in diverse posizioni lascive e sconvenienti, ma che avevano coperte le parti che potevano offendere la sensibilità di qualcuno. Disegni porno, per dirla in termini espliciti, anche se di eccellente fattura, essendo opera di Alessandro Varotari (e non di Tiziano come riteneva Winston Churchill).
In un volume di storia commissionato nel secolo scorso dagli Asburgo si dice che "il principe Eugenio odiava mettersi in vista, mentre il duca di Marlborough amava il riconoscimento pubblico". Un episodio, forse, vale a descrivere le differenze sostanziali fra i due condottieri. Una volta Eugenio condannò a morte uno dei suoi uomini per un gravissimo atto di indisciplina. Alcuni ufficiali chiesero a Marlborough di intercedere per salvargli la vita. Eugenio rispose che avrebbe accolto la richiesta soltanto se si fosse dimostrato che il duca aveva fatto condannare a morte meno soldati di lui per episodi analoghi. Fu fatta un'indagine e si scoprì che le condanne decretate da Eugenio erano in numero di gran lunga inferiore. Il principe ebbe a dire al suo collega: "Milord, potete vedere quanto sia importante dare gli esempi giusti. Voi perdonate spesso, e dovete quindi condannare molti; io non perdono nessuno e quindi ben pochi osano commettere reati, e pochi di conseguenza vengono condannati."