I nobili in genere non sono soggetti al pagamenti delle tasse perchè il legame con il re è basato su prestazioni civili e militari, le modalità sono diverse da Paese a Paese, in Spagna l’esenzione dal pagamento delle imposte è un privilegio che viene concesso ai patriziati urbani e nella Francia settentrionale i nobili sono tutti esentati, a prescindere dal fatto che possiedano o meno signorie. Nella Francia meridionale il privilegio è meno legato alla persona e più al bene, per cui mentre feudi e signorie godono dell’esenzione, i beni non nobili sono sottoposti a tassazione, indipendentemente dallo status dei loro proprietari.
La prestazione militare per gran parte dell’età moderna era richiesta e i sovrani continuarono a servirsi di eserciti feudali o semifeudali, oppure ad esigere tributi compensativi in denaro. Luigi XIV non perse occasione per far valere i suoi diritti di signore, convocando a più riprese il ban e l’arrière ban, cioè invitando i suoi nobili a raggiungere l’esercito oppure a sdebitarsi finanziariamente.
La successione feudale
Il feudo aveva limiti di proprietà privata forti e questo provocava notevoli problemi giuridici che andavano a risolversi con situazioni particolari e complesse soprattutto per quanto riguarda la successione del feudo a seguito della morte del Signore. A partire dal XII secolo i signori avevano ottenuto l'ereditarietà del feudo in quasi tutta Europa con l'esercizio di pratiche successorie che limitavano la frammentazione e consentivano anche la gloria e il prestigio delle casate.
La devoluzione
Per tutelare il diritto di devoluzione che riportava ai sovrani il feudo, questi tendevano a restringere il grado di parentela all’interno del quale ci poteva essere passaggio ereditario. I feudatari, al contrario, cercavano di dilatarlo il più possibile. I Libri feudorum avvertono, per esempio, che «la successione al beneficio» non si estende in linea collaterale al di là dei cugini primi dal lato paterno, «conformemente all’uso stabilito dagli antichi saggi, per quanto la si sia esercitata abusivamente fino al settimo grado». Più rigorosi, i sovrani del Regno di Napoli persistettero nel limitare il passaggio, alle linee collaterali, unicamente ai discendenti dal primo investito.
L'eredità
La questione era complicata dalla presenza di eredi donne, in teoria queste avrebbero dovuto essere escluse dai feudi, perché non erano atte a portare le armi, e quindi a servire militarmente il sovrano. In pratica molti ordinamenti feudali ammettevano che una donna ereditasse un beneficio: ciò era previsto in Inghilterra e Francia del nord, dove la primogenita godeva, nei confronti delle sorelle, degli stessi vantaggi che spettavano ad un maschio rispetto ai fratelli minori. In Italia settentrionale invece le figlie erano allontanate dalla successione, dando la precedenza ai figli dei fratelli, a meno che l’atto di investitura non prevedesse espressamente la successione femminile. Nell’Italia meridionale le figlie erano preferite ai collaterali finché nel 1595 una legge di Filippo Il non autorizzò ad escluderle dalla successione.
In tutti i casi una donna che avesse ereditato un feudo doveva ricevere una sanzione ulteriore e per investirla il sovrano spesso imponeva il pagamento di una tassa compensativa del fatto che non avrebbe servito militarmente. In molti casi la donna doveva inoltre trovare qualcuno che si assumesse al posto suo l’onere del servizio: poiché questi era generalmente il marito, le vedove dovevano farsi assistere da un parente; Il signore, per impedire che l'ereditiera sposasse un nemico, aveva il diritto di controllare la scelta dello.
I rami delle casate nobiliari
La divisione dei patrimoni feudali aveva permesso lo sviluppo di una serie di rami all’interno di ogni singolo lignaggio e rafforzato i ranghi della feudalità, che correva sempre meno il rischio di devolvere il feudo alla corona per mancanza di eredi. La cerchia dei possibili successori si era allargata ai collaterali e ai loro discendenti e, nel caso che l’erede fosse una donna, c’era sempre un uomo di un altro ramo del lignaggio che poteva prenderla in sposa e trattenere così i suoi beni all’interno del casato.
fonte scientifica e per approfondimenti:La Feudalità in età moderna di Renata Ago, Laterza 1994