Un nuovo stile
Il regno di Luigi XIV imprime una profonda svolta nella tradizione nella cultura francese in tutte le arti compreso la realizzazione di mobili e arredamenti.
Fino ai primi anni del lungo regno del re Sole i mobili francesi subivano l’influsso italiano e fiammingo, dal 1660 Luigi XIV impresse una svolta nella produzioni di arredi in coerenza all’idea di regno che voleva realizzare gettando le basi per lo sviluppo in tutte le arti di uno stile autonomo e originale che fungesse anche simbolicamente ad ingrandire l’immagine del suo regno.
Luigi XIV, tenendoli sempre sott’occhio, impediva agli aristocratici di acquistare potere politico. La corte diventò il loro centro e la loro casa. Si varò un programma edilizio di enorme impegno, che fu portato avanti durante quasi tutto il regno di Luigi. Il primo ministro Colbert fece un grande lavoro per ridurre le importazioni e accrescere invece il potenziale di esportazione di oggetti di lusso, varò un rigoroso e centralizzato sistema di controllo sulla qualità della produzione francese, che faceva perno sulla Manufacture royale des meubles de la couronne.
Fondata nel 1667, questa fabbrica approvava il disegno e l’esecuzione di tutti i mobili destinati alla corte. Il suo primo direttore fu Charles Le Brun. Il controllo centralizzato produsse l’omogeneità stilistica inoltre il disegnatore prevaleva sull’artigiano progettando ogni ambiente come un tutto unico.
La forma basilare usata per i mobili di lusso, all’infuori dei cassoni, è ancora quella dello stipo di Anversa ma la semplice struttura a reticolo regolare con tanti cassetti eguali decorati in tartaruga su un fondo d’ebano è sostituita da un disegno più sofisticato, con un’alternanza di cassetti e armadietti le cui fronti sono rivestite di pietre dure e valorizzate da un’intelaiatura sontuosa decorata con ebano e bronzo dorato.
Nel primo esuberante arredamento di Versailles molti mobili erano di argento massiccio poi fusi per farne monete durante le guerre europee di Luigi. Nel castello di Windsor c’è un tavolo del genere, regalato al re Carlo II d’Inghilterra ma le forme erano quelle dei mobili di legno.
André Charles Boulle
André Charles Boulle fu probabilmente il più famoso ebanista del periodo che tramite il suo personale stile segnò l’epoca e molti divennero suoi imitatori.
Egli mise a punto un metodo di impiallacciatura consistente in una combinazione altamente decorativa di ebano, tartaruga, ottone, peltro e madreperla, di solito non tutti sullo stesso pezzo.
Vennero eseguite delle belle impiallacciature. Incollando insieme fogli dei materiali in questione e ritagliandoli, Boulle otteneva decorazioni in cui i diversi materiali formavano alternamente l’immagine e lo sfondo, con un effetto molto aggraziato.
Boulle tendeva a impostare i suoi mobili su un forte asse centrale, invece di dividere in sezioni ciascuno dei lati di uno stipo, egli dava al disegno un equilibrio di tipo nuovo, riproducendo quasi specularmente alcuni dei principali elementi decorativi ai due lati dell’asse di simmetria.
La forma basilare degli stipi restava quadrata o rettangolare, ma il disegno era concepito unitariamente, con motivi che si ripetevano a destra e a sinistra.
L’ebanista divenne famoso anche grazie alla qualità dei suoi lavori: la perfetta aderenza dell’impiallaccia tura, la qualità delle guarniture di bronzo dorato, il contrasto fra alti e bassi rilievi, la capacità di dare con l’impiallacciatura l’illusione di un ulteriore piano retrostante.
Le guarnizioni applicate dovevano terminare con increspature e doveva essere possibile seguire il disegno attraverso una successione di piani digradanti dalle parti in altorilievo alle applicazioni di bronzo in bassorilievo al fondo di tartaruga i cui motivi danno spesso una sensazione di profondità.
I mobili
Il cassettone o commode divenne il più diffuso contenitore di biancheria per la casa mentre si diffuse l’armadio e i due tipi di scrittoio continuarono a essere fabbricati, ma, al meno per chi seguiva la moda, con decorazioni di Boulle.
Grande evoluzione ebbero le sedie e i sedili che si specializzarono e divennero sempre più imbottiti, i sedili erano ampi e i braccioli pesantemente intagliati, spesso al punto da riuscire scomodi.
I tavoli divennero sempre più decorati e in genere di due tipi, quelli a muro, detti anche console con due gambe, e quelli classici in genere a cinque gambe che nel caso dei più ricchi erano scolpite come statue o tornite e lavorate in vario modo.
I letti diventano più ricchi di ornamenti e il baldacchino d'obbligo si alza e si copre di stoffe. Prosegue la tradizione delle tarsie che si perfeziona creando nei piani disponibili veri quadri realizzati con le diverse sfumature e colori dei legni.
Le mode
In quel periodo si diffuse un motivo decorativo di origine olandese le singeries: scene su ampie superfici piatte che raffigurano scimmie spesso in atto di imitare gesti umani che segue il gusto antropomorfico che portò al successo le favole di La Fontaine. Tra i nuovi materiali che si utilizzarono e modificarono la tecnica el’estetica il più importante fu la lacca. Dal l’Estremo Oriente venivano importati mobili e poi smembrati per realizzarne altri di fattura europea.