D’Ors afferma di poi che il Barocchus pelagianus è una corrente “ancora poco studiata”, che “merita una attenzione tutta speciale” e che “anticipa il modello culturale cui s’ispirerà più tardi lo ‘stile gesuita’ “. Sono parole importanti, che suscitano curiosità per il Pelagianesimo, solo che… nelle nostre ricerche non abbiamo trovato nulla sull’arte pelagiana così come il critico catalano la indica. Abbiamo informazioni sulla figura di Pelagio e sui contenuti della sua eresia, ma nulla sull’arte che da essa sarebbe dovuta scaturire. Probabilmente, stando alle parole di D’Ors, molte opere realizzate nel periodo che poi andremo a prendere in esame erano “barocche pelagiane”, ma non si sa quali; così che qui riportiamo come immagine solamente un ritratto dell’eretico, tra l’altro realizzato probabilmente almeno mille anni più tardi, essendo di stile tardo-rinascimentale; e parleremo di Pelagio e della sua dottrina, non potendo fare altro.
Per quanto riguarda Pelagio, costui fu un monaco inglese, controversista e scrittore religioso, nato nel 354 e morto ad Alessandria d’Egitto nel 427 (le date sono incerte). Il suo vero nome era Morgan, che significa “uomo del mare”: e con questo nome si fece chiamare anche in greco, vale a dire per l’appunto Pelagio. Dimorò a lungo a Roma, dove acquistò grande prestigio contrastando le tendenze spiritualistiche della sua epoca, inficiate di neoplatonismo, per un indirizzo religioso fondato su una pietà mistica e popolare. Il suo influsso non si limitò all’Italia, ma si estese anche all’Inghilterra, alla Gallia, all’Africa settentrionale e alla Grecia. Dopo l’invasione dell’Italia da parte di Alarico (410), Pelagio fu profugo in Africa, a Gerusalemme, in Oriente e morì probabilmente vicino ad Alessandria.
Dalle sue opere emerge la figura di un uomo integerrimo, severo nella vita morale, forte e profondo nella controversia, mirabile nello stile.
Pelagio affermava la sostanziale sanità morale della natura umana anche dopo il peccato originale e di conseguenza la capacità dell’uomo di evitare ogni peccato con la sua sola volontà temprata dall’ascesi. La grazia divina, pur dichiarata necessaria per compiere il bene, veniva intesa nel senso estrinseco (gratia externa), costituita cioè dall’esempio offerto da Cristo, dalla predicazione del Vangelo, dalla legge o al massimo dall’illuminazione dello Spirito Santo, e non da un impulso divino e dall’infusione dell’amore (gratia interna). Di conseguenza il pelagianesimo negava una differenza sostanziale tra moralità naturale e moralità soprannaturale.
La dottrina pelagiana ebbe una vasta diffusione nell’Occidente romano e cooperò a incentivare un rinnovamento morale, mirando all’ideale di una giustizia perfetta. Tuttavia fu presto avversata dalla Chiesa per la pratica del battesimo ai bambini, per la negazione del peccato originale e per l’indipendenza del libero arbitrio dell’uomo dall’azione di Dio. Sant’Agostino l’avversò fieramente e ne provocò la condanna nei concilii provinciali di Cartagine e di Milevi (416). Nel 418 papa Zosimo, che in un primo tempo aveva approvato il pelagianesimo, lo condannò nella sua Epistula tractoria. Continuarono però incertezze e contrasti e questi furono sciolti solo dal Concilio di Orange nel 529.
Barocco e Barocchi Barocco Primitivo Barocco Arcaico Barocco Macedone Barocco Alessandrino Barocco Romano Barocco Buddhista Barocco Pelagiano