La bella figlia del capo indiano Powatan è divenuta l’eroina di una delle storie più romantiche del Nordamerica. Nel maggio 1607 Pocahontas aveva 12 anni quando suo padre si apprestava a giustiziare il capitano John Smith, fondatore della colonia inglese della baia di Chesapeake. La fanciulla, forse innamorata del giovane capitano come può esserlo un’adolescente, corse alla pietra dell’esecuzione accostando la sua testa a quella barbuta di Smith: era un gesto che potevano fare le donne della tribù, che equivaleva a salvargli la vita. Pochi anni dopo i coloni rapirono Pocahontas per usarla come ostaggio nella guerra che li contrapponeva alla sua gente. La trattarono però col rispetto dovuto alla figlia di un capo indiano, tanto che la principessa, rimastane colpita, si convertì al cristianesimo e fu battezzata col nome di Lady Rebecca. In seguito s’innamorò di un giovane colono, John Rolphe, e lo sposò col consenso del padre e del governatore della Virginia. Pocahontas morì a soli vent’anni, quindi non possiamo sapere se la sua romantica storia d’amore avrebbe retto al trascorrere del tempo. Sappiamo invece che, per migliaia di altre donne indiane, le relazioni con i colonizzatori bianchi non furono così idilliache. Gli uomini celebravano con queste donne un vero e proprio rito nuziale, ma esse rimanevano per loro delle “mogli da campo”, ed erano considerate come delle semplici amanti.
Le mogli da campo
La società pellerossa era di tipo matriarcale: molte donne avevano potere e contribuivano al governo delle tribù. I colonizzatori europei fraintesero i costumi dei nativi e ne criticarono la moralità, ma alcuni bianchi impararono a conoscere il costume di vita degli indiani e una minoranza arrivò ad adottarlo, soprattutto quando faceva loro comodo. Un trafficante di pellicce, ad esempio, aveva numerosi vantaggi a sposare una donna indiana con una cerimonia nuziale indiana: la “moglie da campo” gli teneva caldo il letto, gli procurava il cibo, gli faceva da guida e interprete e diventava un importante legame tra l’uomo bianco e la tribù. Anche le indiane avevano da guadagnare, mettendosi con un bianco: avevano accesso a manufatti moderni (pentole di metallo, stoffe di cotone) che le liberavano da compiti pesanti, come la conciatura delle pelli per ricavarne abiti e tende. Inoltre, facendo da interpreti, acquistavano autorità sia tra i bianchi che presso la loro tribù, e qualche volta riuscivano a ottenere un certo potere. Ma lo status di “moglie da campo” comportava anche degli svantaggi: siccome i bianchi non usavano le pratiche di astinenza sessuale utilizzate dagli indiani come sistema di controllo delle nascite, esse rimanevano incinte molto più spesso delle loro parenti che vivevano con la tribù. Questo portava loro maggiori sofferenze e complicazioni, oltre a un invecchiamento precoce. Inoltre dovevano cedere al marito il controllo sui figli, come esigeva il patriarcato europeo, opposto al matriarcato degli indiani.
L’incubo dell’abbandono
Le donne indiane vivevano nella continua paura che il loro uomo bianco le lasciasse. Esse si aspettavano un’unione monogama, ma i loro mariti bianchi le deludevano sistematicamente legandosi ad altre donne. I problemi più seri nascevano quando i mariti non erano commercianti indipendenti, ma impiegati di una ditta. Al momento di andare in pensione dovevano tornare nella madrepatria, cosa che mise fine a più di un matrimonio. Tornare in patria portando con sé la moglie indiana era quasi impossibile: il razzismo della società bianca non lo permetteva. Alcuni mariti risolvevano il problema rimanendo nei territori indiani. Altri passavano la propria moglie a uno degli scapoli appena arrivati. Le mogli abbandonate tornavano nella tribù, che le accoglieva a braccia aperte assieme ai loro figli mezzosangue. Anzi, spesso per questi bambini le tribù avevano un’occhio di riguardo, perché li consideravano più forti e resistenti, quindi ottimi cacciatori. Anche in questo, la società pellerossa dimostrava una saggezza e una larghezza di vedute che la società europea avrebbe acquisito solo alcuni secoli più tardi.