A Londra, già dalla fine del XVI secolo, venivano praticate quattro anatomie annue nella Hall della corporazione dei barbieri e chirurghi: due di esse sono aperte non solo agli studenti di medicina ma a chiunque voglia assistervi. Questa forma di spettacolarizzazione del corpo e della scienza del tutto nuove non sono però peculiari della città britannica: anche in Italia e nelle Fiandre, sedi delle più antiche università europee, ciò che fino a pochi anni prima era una pratica eretica a pannaggio di pochi viene portata alla ribalta del gran teatro del mondo.
La morte come intrattenimento
Ed è proprio a veri e propri teatri che somigliano le aulee fatte costruire appositamente per le dissezioni pubbliche: il primo sorge a Padova, nel 1594, seguito da Leida nel 1597 e Bologna. Tutti condividono una forma circolare al centro della quale è posto il banco di sezionamento: questo non solo per permettere un'ottima visuale da ogni punto degli spalti concentrici ma anche perchè, secondo la filosofia neoplatonica molto in voga nel tardo rinascimento, la forma circolare rappresenterebbe l'universo. Un universo al centro del quale c'è l'uomo come oggetto di progresso scientifico.
Questi luoghi vennero definiti teatri anatomici: già etimologicamente i luoghi della visione, dove la scienza e le idee trovano una materializzazione, diventano ispirazione, riflessione ed infine intrattenimento.
Il teatro anatomico è forse l'esempio più evidente della spettacolarizzazione e della massificazione del sapere inaugurata dal barocco che porta in scena il progresso e la scienza, la vita e la morte, in uno spettacolo ora moralizzatore ora liberatorio e catartico. Non solo il monito della fine sempre incombente, di uno stato di morte che al di là degli incensi delle chiese ha delle motivazioni e delle logiche scientifiche e “sezionabili”, ma anche un grande esorcismo collettivo della grande mietitrice.
A questo duplice scopo mirano infatti le rappresentazioni iconografiche delle dissezioni tenute a Leida, in cui tutt'attorno all'uditorio danzano scheletri ed altre allegorie grottesche della morte; allo stesso scopo mirano i complessi rituali formali che preludono l'oprazione e il particolare abbigliamento che gli astanti sono tenuti ad indossare a seconda della classe sociale di appartenenza. E la conclusione della cerimonia, che si chiude con un discorso di commiato del chirurgo ed una processione spesso seguita da un concerto di musica sacra, ha proprio un sapore liberatorio.
Il Barber Surgeon Anatomy Theatre
Nel 1636 la corporazione dei Barbieri e Chirurghi decide di dotarsi di un teatro anatomico come quelli italiani e fiamminghi: la Hall è diventata insufficiente e le anguste stanze in cui gli allievi si accalcano a guardare le dissezioni effettuate su tavolacci di cucina non sono adatte ad ospitare il pubblico che sempre più numeroso accorre alle dissezioni pubbliche.
I puritani hanno interesse che il grande pubblico partecipi allo spettacolo della morte, che giudicano come ottimo antidoto a spettacoli più frivoli e mondani: pertanto spingono la corporazione a rivolgersi a Inigo Jones, il miglior architetto in circolazione in Inghilterra in quegli anni.
Jones aveva visitato Padova nel 1623 e di certo aveva visionato il suo teatro anatomico; inoltre aveva probabilmente ricevuto da qualche studente britannico delle descrizioni dettagliate e dei bozzetti di quello di Leida, che era oggetto di flussi migratori ininterrotti di universitari inglesi. Il suo progetto, infatti, risente di entrambe le architetture e ne riprende la forma circolare, ma in esso l'elemento della teatralità e della spettacolarità sono notevolmente accentuati.
Jones si era occupato della costruzione della Banqueting Hall e per più di 10 anni si era occupato degli allestimenti scenici delle masques che vi si rappresentavano: non è escluso che la sua esperienza in campo scenografico abbia influenzato e guidato le sue scelte architettoniche.
Tra le influenze se ne ravvisa curiosamente anche una “popolare”: l'arena centrale in cui e posto il tavolo ha una notevole somiglianza con quelle usate a Londra per i combattimenti tra animali, soprattutto galli ( i “cockpits”), ritratte in molte miniature dell'epoca. Jones deve aver frequanto di certo quei luoghi, apprezzandone la perfetta visuale !!
Simbolismi tra occulto e politica
Tutti i teatri anatomici recavano delle decorazioni allegoriche e simboliche: quello di Leida degli scheletri con in mano insegne e bandiere che inneggiano al memento mori e alla brevitas vitae; in quello di Jones ritorna invece un motivo molto diffuso nell'età elisabettiana e presente persino sul tetto del Globe Theatre: un cielo stellato con i simboli dello zodiaco, immagine simbolo di ciclicità ed eternità.
Ma il teatro anatomico di Jones è anche uno spazio sociale e politico: come gli astri occupano un posto preciso nell'universo, così gli spettatori sulle panche degli spalti, a seconda della loro estrazione, e in senso più esteso nell'ordine sociale. Questo concetto è rafforzato da numerose effigi di sovrani britannici raffigurati sulle pareti, tra cui Enrico VIII nell'atto di fondare la corporazione dei Barber Surgeon. Nel 1649 venne aggiunta anche l'effige di Carlo I decapitato e massacrato, un vero e proprio caso di anatomia regale. Tuttavia la presenza di questi ritratti istituzionali qualifica il teatro anatomico come il luogo dove i diversi strati del corpo (fisico, politico, sociale) si rendono manifesti e sono messi a nudo.
Solo sotto gli occhi del body politic, l'anatomia diventa “autopsia”: la funzionalità strutturale del corpo umano si riflette negli occhi del sovrano, esaltando l'immortalità del ruolo istituzionale che egli incarna e al contempo mostrando la caducità materiale del corpo fisico che lo caratterizza.