Molti degli strumenti in voga tra 600 e 700 sono le evoluzioni e le derivazioni di strumenti già esistenti, come la gran parte degli strumenti ad arco; altri invece sono strumenti nuovi, come la chitarra barocca, che spesso sono anche il frutto del progresso scientifico dell'epoca, come nel caso della glassarmonica, dell'organo barocco o dei più prossimi antenati del pianoforte.
In età barocca gli strumenti musicali erano rari e costosi, fragili e facili a scordarsi, come si può arguire dal detto che un suonatore di liuto passava metà della sua vita ad accordare lo strumento e l'altra metà a suonare scordato: le corde di budello e le chiavi in legno non facilitavano la tenuta dell'accordatura e i legni non venivano trattati e impermeabilizzati all'umidità e alle intemperie come avviene oggi. Tuto ciò causava anche una sonorità ridotta degli strumenti, che a parte poche situazioni "da camera", dovevano essere impiegati in numero veramente elevato per raggiungere volumi soddisfacenti: basti pensare ai così detti Concerti Grossi di Corelli che, destinati ad essere eseguiti all'aperto davanti ad un vasto uditorio, prevedevano un apposito raddoppiamento degli strumenti detto "di ripieno".