Le origini della messa nera
Le credenze relative all’influenza degli astri sul destino umano erano profondamente contraddittorie fino a quando, nel II secolo dell’era cristiana, Tolomeo compose il Tetrabiblos, o Opus Quadripartitum: la più alta espressione sistematica e unitaria sull’argomento. Tolomeo insegna a calcolare la durata della vita, le alterazioni e le malattie fisiche, le qualità dell’anima, le ricchezze e gli onori, valutando gli «aspetti » dei pianeti, ossia le distanze che li separano fra loro, o la loro lontananza dalla cuspide di una casa dell’oroscopo.
Le configurazioni astrologiche
Tolomeo determinò sei configurazioni: la congiunzione quando due o più pianeti si trovano nello stesso grado di un segno; il sestile quando due pianeti sono separati da una distanza di 60°; la quadratura quando la distanza è di 90°; l’aspetto trigonale, 120°; l’ opposizione, 180°; l’antisce parallelo di declinazione, quando due o più pianeti si trovano a eguale distanza dall’Equatore.
L’aspetto sestile e quello trigonale erano considerati benèfici; la quadratura e l’opposizione, invece, condizioni malefiche; la congiunzione era ritenuta positiva o negativa, in base al rapporto di reciproca amìcizia od ostilità dei pianeti. La cosmografia di Tolomeo, però, si fondava sul postulato che il Sole girasse intorno alla Terra, con tutto il cielo; l’eclittica, quindi, non era per Tolomeo l’orbita descritta dalla terra in un anno attorno al sole, ma il contrario. Gli astrologi europei si basarono sulle teorie di Tolomeo fino alla metà del XVII secolo. Gerolamo Cardano fondò sui suoi principi tutta la sua dottrina astrologica e l ’ Uranie di Nicolas Bourdin, nel 1640, fu una semplice traduzione del Tetrabiblos.
Dal XII secolo l’astrologia fu imposta e diffusa dai medici che osavano sfidare i divieti della Chiesa, adducendo la giustificazione che era necessario conoscere le caratteristiche degli astri con lo stesso rigore e la stessa serietà con cui si studiavano le piante. Nel Rinascimento, Marsilio Ficino portò l’astrologia alla corte di Lorenzo de’ Medici, mentre Pico della Mirandola la combattè aspramente. Gli astronomi erano spesso ferventi astrologi, come Tycho Brahe e Keplero: quest’ultimo, nell’epoca in cui impose le sue tre leggi che correggevano la descrizione dei moti planetari, introdusse in astrologia i sei aspetti minori, e pubblicò nel 1610 un libello polemico contro i detrattori della validità degli oroscopi.
L'astrologia nel Seicento
Jean-Baptiste Morin (1583-1656), nacque a Villefranche: conseguito il dottorato in medicina all’università di Avignone, si trasferì a Parigi dove tenne a lungo la cattedra di scienze matematiche al Collège Royal. Creò un sistema per calcolare le longitudini marine ed ebbe violente polemiche con gli eruditi del suo tempo. Il cardinale Richelieu lo consultò prima di decidere il suo viaggio a Perpignan e molti nobili, legati alla corte, gli accordavano assoluta fiducia. Morin divenne l’astrologo del cardinale Mazzarino, che gli assegnò, dal 1645, una rendita di duemila lire. La sua monumentale opera, Astrologia gallica, pubblicata a spese della regina di Polonia, ebbe unicamente autorità per le affermazioni contenute dal libro XV al XXVI, sulle dignità accidentali dei pianeti, le direzioni e il metodo corretto per inter pretare i «temi».
La scuola inglese cominciò ad affermarsi con William Luly, l’astrologo di Carlo I: la sua Christian Astrology (1647) ebbe una risonanza internazionale.
Gli enciclopedisti contro gli astrologi
Nel XVIII secolo, l’astrologia fu profondamente screditata dai filosofi dell’Enciclopedia, che le negarono ogni valore e la criticarono con sarcasmo. Legendre, nel suo Traité de l’Opinion, sottolineò che, alla sua epoca, sì contavano quarantotto costellazioni e non trentacinque, come nei secoli precedenti, e che la scoperta della precessione degli equinozi annullava il valore della divinazione astrologica: « I dodici segni dello Zodiaco, quindi, non corrispondono più alle costellazioni di un tempo, poiché lo spazio che noi chiamiamo Ariete e che si estende dalla sezione equinoziale di primavera fino a trenta gradi oltre tale sezione, non è più sotto la costellazione dell’Ariete, bensì sotto quella dei Pesci: le costellazioni si sono infatti spostate di trenta gradi da Occidente verso Oriente. Esistono quindi, in un certo senso, due Arieti nel cielo, in senso astronomico: un Ariete del firmamento e un Ariete dello zodiaco ». Si attribuisce in tal modo, sottolineava con profonda ironia Legendre, alla costellazione che corrispondeva all’Ariete duemila anni fa, il valore di quella del Toro, che ha ormai occupato il suo posto. Voltaire, nel suo Diclionnaire philosophique, alla voce « Astrologia », ribadì argomentazioni analoghe, definendola «una forma di stravaganza universale che ha, lungamente, alterato e offuscato lo spirito umano ». Ma gli enciclopedisti ignoravano che, molto tempo prima di loro, gli astrologi stessi avevano analizzato la differenza fra «il vero Zodiaco» e la «rappresentazione immaginaria del firmamento», spiegando che l’Ariete non era una costellazione ma corrispondeva ai 300 dell’eclittica a partire dal punto dell’equinozio di primavera e che la sua influenza non era determinata dalle ventuno stelle definite con questo nome: «I segni del vero Zodiaco non hanno alcun valore né caratteristica a eccezione di quelle che ricevono innanzitutto dal Sole, poi dalla Luna e, infine, in misura infinitesimale, dagli altri pianeti.
Caratteristiche astrologiche dei pianeti
I primi astrologi conoscevano soltanto mille e ventidue stelle fisse e sette pianeti: si potrebbe quindi affermare che il sistema elaborato dagli antichi perse ogni valore con la scoperta dei pianeti Urano, Nettuno, Plutone. Ma non è affatto detto che essi, conoscendoli, li avrebbero aggiunti all’elenco dei loro pianeti: questo doveva infatti essere composto dai sette astri più vicini, corrispondenti ai sette giorni della settimana. Inoltre, le dodici costellazioni dello Zodiaco, in rapporto con i dodici mesi dell’anno, furono scelte in un’epoca in cui gli astrologi avevano già identificato altre quindici costellazioni. Non è affatto semplicistico ritenere che alcuni pianeti influiscano sull’aggressività o sulla sessualità perché si chiamano Marte o Venere, in quanto tali nomi furono loro attribuiti proprio in base a deduzioni tratte dai loro rispettivi effetti. Il più rapido, che compiva la sua rivoluzione siderale in ottantotto giorni, fu perciò chiamato Mercurio, dal nome del dio con i piedi alati. Gli antichi definivano i pianeti in base alla loro natura, condizione e sesso. Distinguevano due pianeti femminili (la Luna e Venere), quattro maschili (Marte, il Sole, Giove e Saturno) e uno androgino (Mercurio); le loro proprietà erano determinate dalla loro posizione nel cielo, oltre che dalle qualità fisiche che sembravano rivelare (calore, freddezza, umidità, aridità).
Lo Zodiaco
Lo Zodiaco, zona della sfera celeste che circonda la Terra e interseca l’Equatore ai due punti equinoziali, fu diviso in dodici parti uguali o segni, che assunsero i nomi delle dodici costellazioni che i pianeti percorrono costantemente: Ariete, Toro, Gemelli e così via. Ogni segno rappresentava trenta gradi del cerchio che circoscriveva tale zona e si suddivideva in tre decani.
Le case astrologiche
Indipendentemente dai dodici segni dello Zodiaco, si consideravano dodici case astrologiche, che indicavano il movimento diurno dei pianeti. Ogni pianeta ha, in un segno zodiacale, la propria casa (o domicilio favorito); in un altro raggiunge la sua esaltazione (di là emana il massimo potere, positivo o negativo); in altri due ha il suo esilio (quando occupa il segno opposto al suo domicilio e la sua influenza risulta indebolita) e la sua depressione (all’antipodo del suo segno di esaltazione; il suo potere è nullo). Il Sole, per esempio, ha la casa nel Leone, raggiunge l’esaltazione nell’Ariete, ha il luogo d’esilio nell’Acquario e la depressione nella Bilancia. La profezione è una progressione (astrologica e non astronomica) di trenta gradi per anno dello Zodiaco: ogni anno, tutto lo Zodiaco avanza di un segno: ne consegue che ogni dodici anni si trova nuovamente nella posizione che occupava al momento della nascita. Le dodici case sono altrettanti elementi della divinazione astrologica: la I Casa (« Ascendente») dà indicazioni sulla longevità, la II sui beni materiali, la III sui viaggi, la IV sulla famiglia e così via. La VI è il «Purgatorio », la X era chiamata da Tolomeo « Il Mezzo del cielo » e la XII è l’« Inferno dello Zodiaco ».
Il tema natale
Il tema oroscopico si studia tracciando un cerchio zodiacale in cui le posizioni dei pianeti, rivelando la loro "dignità" o la loro "debilità" formano gli angoli di poligoni regolari che possono essere inscritti in un cerchio. Questi calcoli si fondano sulla data di nascita e sulla latitudine del luogo natale. Poiché il giorno astrologico inizia a mezzogiorno, l’individuo nato fra mezzanotte e mezzogiorno è definito notturno; mentre chi è nato fra mezzogiorno e mezzanotte è diurno. L’anno astrologico comincia il 21 marzo, è quindi necessaria una correzione: esattamente come bisogna arretrare di un giorno le nascite notturne, è necessario retrodatare di un anno la data di nascita di coloro che nascono fra il 1 gennaio e il 20 marzo, poiché il millesimo cambia solo il 21 di questo mese. L’astrologia si vale di tutti i tipi di effemeridi e di Tavole astrologiche: il Calendario tebaico (che mostra la coincidenza dei giorni dell’anno con i gradi dello Zodiaco e i presagi che se ne possono desumere), la Tavola ciclica degli anni (che consente di sapere quale è il pianeta «reggente» di ogni anno), la Tavola dei 36 decani, e così via.
L'oroscopo
La divinazione astrologica si effettua calcolando le direzioni e i transiti dei pianeti. La direzione è la misura, valutata in gradi e proiettata sull’Equatore, dello spazio che separa un promissore (pianeta destinato a provocare un evento) da un significatore (Sole, Luna, Mercurio, Ascendente o Medium coeli): il risultato indica il tempo in cui si verificherà la predizione. Il transito è il passaggio di alcuni pianeti sui luoghi dell’oroscopo occupati dal Sole, dall’ascendente, dal Mezzo del Cielo, dalla VII Casa e dalla IV Casa.
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