La storia della pirateria non si limita ai secoli del barocco, in parte ancora oggi in taluni e lontani mari si verificano atti di pirateria, ma l’immagine leggendaria del pirata con il corredo coreografico di costumi, stile di vita ed avventura pesca esclusivamente nei due secoli della storia moderna. Dal 600 in poi aumentano i viaggi commerciali e la costruzioni di navi, la vita è ancora semplice, i mezzi di comunicazione primitivi tanto da render possibile a taluni avventurosi marinai, allergici alla disciplina dei loro capitani, ad arrischiarsi nella anarchica vita del pirata. Nel 800 con l’introduzione di motori al posto delle vele e la maggior potenza delle armi da fuoco da parte degli stati, nonché un interesse comune internazionale pose fine alla pirateria. Per i pirati divenne sempre più difficile rubare navi e trovar sicuri posti in cui nascondersi dalla caccia dei capitani della marina
Inizio la descrizione del fenomeno con qualche definizione, con il termine piratasi intende chi ruba e saccheggia non solo in mare ma anche in fiume e nei porti. Una nave corsara era un vascello armato comandato da un privato che riceveva una lettera di corsae rappresaglia che consentiva lui, da parte del sovrano, di attaccare il nemico da cui aveva ricevuto danni e rifarsi economicamente. Durante le guerre questo sistema fu promulgato dal sovrano anche per aumentare le flotte contro i nemici. La lettera di corsa era un documento formale assai elaborato anche stilisticamente. Il bottino recuperato veniva giudicato da una commissione e parte di esso andava al sovrano, il corsaro era quindi tutelato dalla legge internazionale e non poteva esser accusato di pirateria.
I pirati in base nel mediterraneo operavanotra Tunisi, Algeri e Salè e nelle coste dell’Africa meridionale erano autorizzati dai governi mussulmani ad attaccare le navi cristiane.
I bucanieri operavano nei Caraibi e nell’america del sud. In origine erano francesi che vivano nel nuovo mondo ed essiccavano la carne affumicandola da cui il termine francese bucaner, affumicare.
Pappagalli e gambe di legno
In tutti i film il pirata non manca di avere un pappagallo sulla spalla e questo lo si deve alla moda. All’epoca nei mari delle america il commercio dei pappagalli era assai diffuso, gli uccelli erano facili da accudire e molto graditi per il loro colore e la capacità di parlare. Erano regalo molto gradito ed quindi realtà pensare che nelle navi ve ne fossero anche solo come ornamento.
Non era invece di moda avere occhi bendati, gambe di legno e uncini al posto di mani come vengono proposti nella letteratura. Ancora nel tardo 700 la chirurgia era assai retrograda, la sicurezza nei lavori nulla, e gli attacchi di guerra portavano sempre numerose ferite che privava gli arti ai poveri soldati. Era frequente più in mare che in terra vedere uncini e gambe di legno, e pare che le mutilazioni non fossero causa di particolari frustrazioni o depressioni perchè considerate parte della vita del marinaio.
Uomini di mare
I Pirati erano quasi tutti marinai e questo li distingueva in un modo a parte, avevano un linguaggio loro frammisto di termini tecnici incomprensibili a chi non fosse in marina. Anche l’abbigliamento era particolare, e variegato poiché rubavano i vestiti negli arrembaggi, ed era particolarmente pittoresco e raffinato a seconda della nave che assaltavano potevano indossare seta e taffettà, la loro pelle invece era sempre color nocciola temprata dal vento e dal sole.
Portavano parecchie armi con loro anche quando non erano in servizio, poiché le pistole di un tempo facevano spesso cilecca portavano addosso 2 o 3 pistole legate con nastri di seta.
L’età media dei marinai era di circa ventisette anni, la vita era molto dura e necessitava di robustezza fisica e salute.I pirati provenivano in maggioranza da città portuali come è facile immaginare. La composizione della ciurma era variegata, si mescolavano molte nazionalità e molti erano schiavi neri. Benché i pirati aborrivano le autorità statali e vivevano uno spiccato individualismo domato solo da un carismatico capitano, la democrazia verso i neri non c’era, i pirati vivevano gli stessi pregiudizi della società dell’epoca ed i neri ricoprivano ruoli umili e di manovalanza trattati da schiavi e usati come merce di scambio. I capitani delle navi non furono sempre aristocratici come la fantasia spesso racconta, nel diciottesimo secolo però se ne conta qualcuno, specialmente inglese, che per vari motivi legati soprattutto al commercio, si dedica a questa pericolosa attività. In genere i nobili pirati una volta catturati finivano sotto processo e condannati.
Donne pirata
Nella storia della pirateria figurano anche le donne di mare, l’interesse è dovuto più alla peculiarità del caso che al numero di donne pirata o alla loro importanza storica. La vita di mare era assai dura e per evitare litigi tra marinai era vietato aver a bordo donne che potevano innescar pericolose micce. I pirati arruolati, come gli altri marinai, si preferivano scapoli e quando si innamoravano preferivano sposarsi e dedicarsi alla vita sedentaria. Le poche donne che ebbero il coraggio di affrontare la vita piratesca si travestivano passando per adolescenti, vestiti con gli ampi vestiti dell’epoca riuscivano a camuffare la loro identità.
Nell’immaginario collettivo hanno risalto le figure femminile che trovano spazio nei romanzi moderni movendo commozione e fantasie. Celebri sono Mary Read e Anne Bonny che parteciparono travestite alla vita di mare comandate da Calico Jack, un pirata minore se paragonato a Barbanera o Henry Morgan, ma non per questo meno detestato dal governatore delle Bahamas. Mary Read dall’spetto mascolino fu cresciuta come un maschio e partecipo alla dura vita militare nelle fiandre mostrando audacia ed abilità. Si innamorò di un giovane capitano che la sposò ed insieme aprirono una locanda, poco dopo il matrimonio il marito morì e gli affari andarono in malora tanto che la donna fu costretta a cercar lavoro e si travestì da uomo, approdando in fine a servizio della nave pirata di Nassau.
Anche l’irlandese Anne Bonny fu cresciuta come un maschio essendo figlia illegittima di un avvocato, che a causa dello scandaloso tradimento, si trasferì in Carolina avviando una proficua attività di commercio. Anne si invaghì un marinaio squattrinato che sposò contro il volere del padre che la cacciò di casa. Dopo due anni insieme a Mary Read dopo aver vissuto con i pirati di Calico finì sotto processo in Giamaica. Le due donne travestite, e volute a bordo dal capitano sensibile al fascino femminile, non si riconobbero ed addirittura Anne Bonny fortemente attratta dallo strano membro dell’equipaggio ne cercò l’amore ma ne fu assai delusa scoprendone la natura. Entrambe le donne furono condannate a morte nel processo contro la ciurma di Calico Jack e cercarono di salvarsi la vita dichiarando di essere incinta, la pena fu posticipata ma la loro esistenza finì presto nelle precarie condizioni delle prigioni caraibiche.
Una vita pericolosa
I pirati erano cacciati e temuti oltre per i furti perpetrati anche per la violenza che adoperavano nei saccheggi. Erano uomini al di fuori della legge con nulla da perdere ed usavano efferatezza sia per riuscire a far confessar rapidamente dove fosse il bottino della nave sia per la convinzione che una cattiva fama scoraggiasse chi li incontrava e rendesse quindi l’assalto più facile. La violenza per punizioni e la tortura erano cosa comune sulle navi mercantili, più tutelati erano i marinai delle navi da guerra, ma le punizioni per i reati erano truci ed orrende. Si bruciavano vivi i colpevoli, o li si schiacciava lentamente con pesi crescenti sopra il petto, senza contare delle diverse torture che menomavano le persone anche se poi erano scagionate. I capitani erano spesso sadici ed ottenevano il dominio con la violenza, tanto da costringere i marinai alla pirateria per liberarsi di una così grama vita.
Una delle pratiche meno sanguinose ma non crudeli era di abbandonarei marinai su un isola deserta, questa soluzione la mise in pratica anche Barbanera che la utilizzo dopo una scorreria di successo a Charleston, nella Carolina del sud. Sciolse la flotta, fece incagliare due vascelli e scappato sullo sloop ausiliario abbandonò gli ultimi 17 marinai su un isola deserta tenendosi poi il bottino.
Le isole dei pirati
Dopo aver fatto bottino si rifugiavano dopo le loro scorrerie in isole dove poter godere della refurtivva catturata. Nelle isole tropicali il punto di ritrovo più famoso degli avventurieri fu Port Royal in Giamaica, dove il governatore dell’isola non disdegnava affatto di aver i pirati in casa perché scoraggiava gli attacchi delle navi da guerra spagnole e francesi e rendeva l’isola molto ricca. Port Royal era una tipica cittadina di mare costruita dagli inglesi nei tropici, con i nomi delle strade molti famigliari anche a i londinesi, come Carnaby street. Era una città popolata di commercianti di ogni mercanzia, prostitute e taverne dove i pirati riversavano tutto il loro bottino spendendo in un sol giorno anche 2000 sterline. Per tutto il seicento questa fu il classico ritrovo da pirata, una sorta di porto franco dedito al peccato di ogni fatta, ma dal 700 la situazione cambio anche in seguito a intese politiche tra Inghilterra e Spagna, Port Royal cadde in una profonda recessione attenuata verso il 1725 dall’approdo delle navi corsare che davano la caccia ai pirati.
Il Madagascar disegnato sulle carte geografiche dai portoghesi nel 1500 fu un’isola molto frequentata dai pirati soprattutto nel diciassettesimo secolo. L’isola dell’oceano Atlantico era grande due volte l’Inghilterra, un luogo ideale per una vita avventurosa e lontana dalla politica del vecchio mondo. Si insediarono parecchie società piratesche che davano vita a d un lucroso commercio attaccando le navi europeein rotta per le indie ma anche quelle cinesi e mongole. I pirati sposavano numerose donne locali costituendo spesso degli harem privati, mentre per la coltivazione della terra utilizzavano schiavi per lo più neri. Fra le curiose società ci fu anche Libertaria una libera repubblica fondata da un italiano che prima la mondo cerco di imporre la democrazia in quell’isola dalla terra libera e sconfinata.
Nel 1700 Thomas Tew avviò una importane attività commerciale tra il Madagascar, Boston e New York nei pressi dell’isola Santa Maria a poche miglia dall’isola maggiore dove la comunità locale raggiunse una popolazione di più di millecinquecento abitanti. Come era solito nelle società anarchiche e dominate da persone autoritarie spesso nascevano liti e guerre che le portavano alla rovina.
Le navi dei pirati
Le navi pirata a avevano comuni caratteristiche, dovevano essere veloci per arrivare alla nave da assalire e veloci a scappare per non esser catturate, erano bene armati e robuste per compiere lunghi viaggi. E' incredibile come questi uomini compissero viaggi lunghi e rotte pericolose viaggiando anche tra gli oceani. Il mezzo più usato era lo sloop una imbarcazione da 120 tonnellate circa con un solo albero e un numero variabile di cannoni che difficilmente erano più di otto. queste imbarcazioni essendo leggere era più facile aggiustarle e tenerle ben putilta la carenatura. Essendo poco profonde potevano scappare dalle navi da guerra raggiungendo acque basse senza incagliarsi. I pirati si procuravano le imbarcazioni rubandole per lo più ma le modificavano per renderle più manovrabili.
Non mancarono anche navi da guerra da 300 tonnellate modificate a tutto ponte, senza castelletto per aver maggior manovrabilità durante gli attacchi, e più di 40 cannoni ben posizionati. In media le navi commerciali erano da 30 10 o al massimo 200 tonnellate e l'equipaggio non superava i 30 marinai con un armamento in media di sei cannoni. Le navi pirata invece oltre ad esser piu' grosse ed armate contavano su equipaggi fino a 200 marinai che incutevano terrore all'arrembaggio ma erano anche necessari per utilizzare tutti i pezzi dell'artiglieria.
Barbanera nel 1717 comandava una nave di origine olandese con 36 cannoni e circa trecento uomini, nella sua flottiglia vi erano anche due sloop da dieci cannoni. Tale potenza prese d'assedio la città di Charleston, nella Carolina del sud, impedendo a qualsiasi nave di uscire od entrare nel porto. Le navi dei corsari per riuscire a prendere quelle dei pirati spesso utilizzavano anche i remi che dava loro maggior velocità, mobilità e possibilità di trarsi d'impaccio tra secche e bassi fondi.
Fine di un epoca
Gran parte della storia dei pirati e' nota al pubblico per la guerra scatenata contro di loro dai regni d'Europa, in particolare l'Inghilterra. Fino al 1720 si ha un aumento del fenomeno e le rimostranze dei commercianti finirono per far prendere seri provvedimenti per fermare il fenomeno che li danneggiava. La legge inglese introdusse delle novità importanti modificando la legislazione precedente risalente alla fine del cinquecento. Per prima cosa i pirati catturati venivano giudicati sul posto o dagli ammiragli o dai governatori e non venivano più spediti in Inghilterra per il processo. Furono poste delle taglie sui pirati e rilasciate parecchie lettere di corsa che concedevano ai pirati di combatterli ed impossessarsi delle navi pirata. I marinai che combattendo salvavano la merce ne ricevevano una parte. In fine il re concedette molte amnistie e perdoni che ridussero il fenomeno sopratutto nelle americhe.