La personalità dell’uomo si manifesta nelle sue preferenze e nei suoi gusti, anche alimentari. Questo scrive Jean Jacques Rousseau in un brano della “Nuova Eloisa”.
Feci una deliziosa merenda. Vi ha egli al mondo cibo paragonabile ai latticini di questo paese? Considerate se debbono essere eccellenti quelli di una cascina, ove presiede Giulia, e che sono mangiati accanto a lei. La Cecchina mi serviva di capilatti, di creme, di cialdoni, di buccellati: ogni cosa diveniva saporosa nell’istante. Giulia rideva del mio appetito. Vedo, ella mi disse, dandomi un altro piatto di crema, che il vostro stomaco vi fa onore dappertutto, e che non fate meno la vostra parte tra le donne, che tra i Vallesiani. Non però più impunemente, risposi io: taluno può inebriarsi qualche volta tanto là, che quà, e si può perdere la ragione in una cascina, come in un celliere.
Ella abbassò gli occhi senza rispondere, arrossì, e si volse a carezzare i suoi figli. Tanto bastò per risvegliare i miei rimorsi. Milord, fu questa la prima mia indiscretezza, e spero che sarà l’ultima ancora. Regnava in questa piccola adunanza una cert’aria di semplicità antica, che mi andava a cuore: io vedeva su tutti i visi la medesima allegria, e forse maggiore schiettezza, che se vi fossero stati degli uomini ancora. Fondata sulla fiducia, e sull’affetto, la famigliarità, che regnava fra le serve, e la padrona, non faceva che consolidare il rispetto, e l’autorità, ed i servigii fatti, e ricevuti, non parevano essere che testimonianze di reciproca affezione. Persino la scelta dei cibi contribuiva a renderla commovente.
I latticini, e lo zucchero, sono le due cose, che naturalmente piacciono al sesso femminile, quasi come i simboli dell’innocenza, e della dolcezza, che costituiscono il suo più amabile ornamento. Gli uomini all’opposto cercano generalmente i sapori forti, ed i liquori spiritosi, alimenti più adattati alla vita più attiva, e laboriosa, che la Natura esige da essi; e quando questi differenti gusti si alterano, e si confondono, è un segno quasi infallibile della disordinata mescolanza dei sessi. In fatti ho osservato, che in Francia, ove le donne vivono continuamente cogli uomini, hanno perduto totalmente il gusto dei latticini, e gli uomini molto quello del vino; e che in Inghilterra, ove i due sessi sono meno confusi, i gusti propri a ciascuno di essi sono meglio conservati.
In generale io credo, che si potrebbe spesso trovare qualche indizio del carattere delle persone nella scelta degli alimenti da essi preferiti. Gli Italiani, che si cibano molto di erbaggi, sono effemmìnati, e molli. Voi altri Inglesi, gran mangiatori di carne, avete nella vostra inflessibile virtù qualche cosa di duro, e che partecipa di barbarie pur anche.
Gli Svizzeri naturalmente freddi, pacifici, e di semplici costumi, ma violenti, e furibondi nella collera, amano nel tempo stesso l’uno e l’altro alimento, e bevono ugualmente il latte, e il vino. I Francesi arrendevoli, ed incostanti, si nutrono d’ogni cibo, e sì adattano ad ogni carattere con facilità grande. Giulia stessa mi potrebbe servir d’esempio; poiché, quantunque sensuale, e ghiotta nei suoi pasti, ella non ama né la carne, né gl’intingoli, né il sale, e non ha mai assaggiato il vino puro. Eccellenti legumi, uova, creme, frutta, ecco il solito suo nutrimento, e se non fosse il pesce, che le piace molto, ella sarebbe una Pitagorica vera.